Vinyl 1x03 "Whispered Secrets": la recensione

Terzo episodio per Vinyl, tornano i protagonisti della serie e alcuni storici nomi del rock

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Spoiler Alert
Arrivati alla terza puntata, possiamo dire che apparentemente il modo migliore per godersi Vinyl è quello di gioire della sua anima più caustica e caotica. Non è un caso che la scena della riunione in ufficio tra Richie Finestra e gli altri della American sia la migliore dell'episodio, mentre il segmento relativo alle indagini su Buck Rogers sia più insipido e poco amalgamato con il resto. In prospettiva la rivelazione quasi onirica sul palazzo-mondo che crolla su un tempio della musica (e sulla musica tutta) nel finale della première rischia di essere una chiave di lettura su ciò che ci verrà raccontato in seguito. Sempre al confine tra documentarismo e omaggio, tra realtà e parodia di figure storiche.

Lo sa bene il giovane assistente Clark, che si ritroverà schiacciato dall'immensità del personaggio Alice Cooper, che lo trascinerà da un'esperienza surreale all'altra. Ne varrà la pena? Difficile a dirsi se pensiamo entro gli stretti limiti di una Storia che deve reinventare se stessa per inserirsi in una cornice da fiction, ma tutto quello che vedremo ci racconta qualcosa di più sull'approccio che Vinyl vuole avere e avrà in futuro. Raccontare la realtà così com'è non si può o non si vuole fare, e quindi tanto vale sacrificare qualcosa in verosimiglianza e realismo, come nella rappresentazione dell'Andy Warhol dei flashback di Devon, per tendere a qualcosa immerso tra omaggio e parodia. Una parodia non offensiva, ma quasi inevitabile nel giocare con figure così mitizzate ed estreme.

Una scelta che vince nella naturalezza e nei dialoghi frizzanti che ci coinvolgono e conquistano nonostante tutto. Come nella scena dell'ufficio che si diceva sopra, in cui Richie per tenere a galla l'etichetta è costretto al gioco del "lo teniamo, lo cacciamo via" con tutti i suoi attuali musicisti sotto contratto. Grande aiuto alla storia arriva dal duo, che questa settimana fa un importante passo in avanti, composto da Julie e Jamie. La loro presenza in scena è magnetica, e anche nel climax dell'episodio, che riguarda la particolare gestione dei Nasty Bits, non potremo fare altro che vedere tutto dal loro punto di vista. L'accenno ad un conflitto personale di Julie, che ha problemi con la madre che non approva minimamente la sua carriera, non sembra molto ispirato, ma sono piccole ombre in un segmento tra i più interessanti della serie.

Anzi, forse il più interessante ed emblematico, dato che il momento di transizione nella musica, il cambiamento necessario per non affondare, è proprio il nucleo della serie. Viene un po' meno quindi la carica emotiva che dovrebbe accompagnare tutta la vicenda di Devon, ancora una volta inquadrata tramite una serie di flashback.

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