Vinyl 1x02 "Yesterday Once More": la recensione
Secondo episodio per Vinyl, la nuova serie HBO continua a raccontare un difficile passaggio storico nella scena musicale
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Where he's breaking her heart
It can really make me cry, just like before
It's yesterday once more
Nel suo essere calato in medias res in un contesto già spogliato di ogni genuinità e grandezza, Vinyl deve rifarsi necessariamente ad un passato mitico, probabilmente idealizzato, ma necessario per quelle figure che in pochi anni realizzano di essere scese dal treno della vita e faticano a rimanere in corsa. Da qui deriva il contrasto alla base del secondo episodio della stagione, Yesterday Once More, che poi è anche uno dei temi fondamentali sviluppati dalla nuova serie HBO. In ogni azione e momento, surreale o drammaticamente quotidiano che sia, riemerge il senso di un passato se non da riafferrare, quantomeno da rielaborare, per riappropriarsi di un presente che sta per sfuggire di mano. La canzone dei Carpenters che contiene il verso da cui prende il titolo l'episodio si riferisce in particolare ad un momento di turbamento e smarrimento di Devon che, facendo un bilancio della sua vita, si smarrisce per un attimo.
Se Devon dovrà accontentarsi per il momento di riavere il marito a casa sano e salvo, per Richie è tempo di riscossa. Il contratto di acquisizione con i tedeschi viene mandato all'aria in una sequenza eccessiva ed esilarante, tra improbabili botte sui nasi dei suoi collaboratori e una totale mancanza di diplomazia nei confronti degli ospiti europei. La squadra, compresa quindi Janie, viene riunita intorno ad un tavolo. Tutto comunica rottura con il passato e una voglia di rinnovamento che, ad un livello superiore, parla anche della serie di ciò che vuole raccontare: l'album dei Jethro Tull distrutto, una maglietta dei Black Sabbath che viene preferita a quella dei Pink Floyd, Richie che si rivolge ad un passato recente di grandi nomi (Yes, Emerson Lake & Palmer), ancora attuali all'epoca, ma non più "nuovi".