Vikings 6x09 "Resurrection": la recensione

Nell'episodio che precede il midseason finale, Vikings impostara gli eventi che chiuderanno questo blocco di episodi: recensione 6x09

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Spoiler Alert
Vikings 6x09 "Resurrection": la recensione

Nell'episodio che precede il midseason finale, Vikings deve rincorrere varie situazioni per impostare gli eventi che chiuderanno questo blocco di episodi. L'episodio si intitola Resurrection, e serve principalmente ad aprire e consolidare alcune situazioni per tutti i personaggi della serie. Nell'attuare questo processo, la serie di History non riesce a concedere a tutti il medesimo interesse, e alcune vicende cadono nell'anonimato. Nei casi migliori, però, finalmente i percorsi stagionali si avvicinano, gli schieramenti si riducono, una guerra più netta costringe i personaggi a dividersi in due blocchi. E la storia ne guadagna.

A scombinare il delicato equilibrio in Norvegia dopo l'elezione di Harald come re, ci pensa l'invasore Oleg. Certo, a suo dire non si tratta proprio di un'invasione, dato che secondo il suo punto di vista la Russia si sta solo riprendendo territori propri. Ma quella che è in atto, e che ci verrà presentata come tale anche nel finale di episodio, è una lotta anche tra religioni. Lo dichiara a gran voce Oleg, accanto ad un pensieroso Ivar: questa guerra segnerà la fine del paganesimo. E per un popolo come quello dei vichinghi che si appoggia tanto alle proprie convinzioni religiose, questo potrebbe voler dire tutto.

Ad un livello più alto, la stessa serie con il racconto dei suoi personaggi a metà tra storia e mito si nutre delle tradizioni. Qualcuno definirà Bjorn un semidio, e il mito di Ragnar è sempre lì a fare ombra a tutti, considerato che qui Ubbe chiamerà suo figlio con lo stesso nome. La battaglia quindi è davvero importante. Lo è così tanto da far passare in secondo piano le divergenze tra Harald e Bjorn, con il primo che non vede l'ora di schiacciare il secondo, ma che dovrà chiedere il suo aiuto di fronte ad una minaccia più imponente all'orizzonte.

L'idea davvero buona qui è quella di non presentare due schieramenti netti, ma due alleanze che al loro interno presentano tante criticità. Ci sono appunto Harald e Bjorn da una parte, con il primo che chiede al figlio di Ragnar di abbandonare Kattegat per proteggere la capitale. E dall'altra ci sono Ivar – che ha moltissimi motivi di attrito con Oleg, religiosi e personali – e Hvitserk. Qui la trama si prende la responsabilità di una coincidenza non da poco, e fa compiere al personaggio un balzo mica da ridere che lo trasporta direttamente dal fratello.

Più dimenticabile, soprattutto rispetto al resto, è la vicenda di Ubbe. Che incontra un viandante di nome Oter che porta con sé racconti leggendari, ma che alla fine si scopre essere solo un impostore. A quel punto, la cosa più interessante è il nome Athelstan, che ci riporta ad un tempo della serie che appare lontanissimo.

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