Vikings 6x03 "Ghosts, Gods and Running Dogs": la recensione
Il terzo episodio stagionale di Vikings ripaga con una bella immagine finale uno svolgimento poco interessante
Dal 2017 sono Web Content Specialist l'area TV del network BAD. Qui sotto trovi i miei contatti social e tutti i miei contenuti per il sito: articoli, recensioni e speciali.
Il terzo episodio di Vikings si chiude con una bella immagine di battaglia. Che battaglia non è in realtà, anzi somiglia più ad un massacro programmato. Eppure è nuova, soprattutto per i vichinghi che sono abituati a battagliare in campo aperto o a veder riuscite le loro strategie di infiltrazione. A questo giro, mentre cercano di salvare re Harald, gli va male, ed è il povero Bjorn a soffrire il peso delle decisioni.
La storyline amorosa – ma è un'esagerazione definirla così – con Ingrid è sbagliata. Non abbiamo già percorso queste strade? Non ci siamo già passati, e con risultati deludenti? A cosa serve questa ennesima figura senza personalità che si getta in braccio a Bjorn seducendolo senza troppa fatica?
Lagertha dissotterra la spada immediatamente dopo averla sepolta. Il suo ritorno in battaglia per una giusta causa ha senso, e non ci si aspettava niente di meno, ma si poteva lasciar trascorrere almeno un episodio prima di farla tornare sui suoi passi! Invece no, c'è una minaccia generica che la serie ci dice che è improvvisamente importante, e che la richiama all'azione. Va bene, ma è l'ennesimo sintomo di una narrazione sfilacciata, che elabora figure ora mosse meccanicamente ora semplicemente vittime della follia, come Hvitserk.
Ivar in tutto ciò è l'unico personaggio a cui è garantito un po' di respiro, anche se alla corte di Oleg il Profeta i patti non durano mai a lungo.