Vikings 5x09 "A Simple Story": la recensione

La recensione del nono episodio della quinta stagione di Vikings, intitolato A Simple Story

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Spoiler Alert
Un'esploratrice di Lagertha torna al campo dei vincitori e li informa che un'armata di Franchi di sta avvicinando alle coste. Le loro navi sarebbero tantissime, addirittura “troppe per essere contate”. Mentre nella nostra mente già si formano immagini da La battaglia dei tre regni, lo stacco di inquadratura ci mostra questa flotta, e con un rapido sguardo contiamo circa una trentina di navi. Questo continuo gioco da illusione e delusione sembra ricorrere varie volte nella scrittura di Vikings. Ossia questa idea di presentare scelte, caratterizzazioni, eventi forti nei confronti dei quali si chiede una fiducia quasi cieca, confidando nella potenza di una storia che dovrebbe essere tale solo perché dice di esserlo.

Il personaggio di Heahmund è emblematico. Un personaggio che, dal modo in cui era stato introdotto alla fine della scorsa stagione, avrebbe potuto fare di tutto. Il problema è che lo ha fatto. Anche ammettendo la poca convinzione nel combattere nello schieramento di Ivar, e giustificando il nuovo rapidissimo cambio di fronte provocato dal fascino di Lagertha, non c'è una base caratteriale a sostenere nulla di ciò che accade. Né da una parte né dall'altra. Heahmund è un personaggio importante perché la scrittura lo vuole, ma normalmente Lagertha non l'avrebbe degnato di uno sguardo, o quantomeno gli avrebbe riservato lo stesso trattamento di Harald.

Idem per i Franchi che arrivano su ordine di Rollo a riequilibrare le sorti di un conflitto che si era chiuso in un vicolo cieco. Siamo dalle parti delle stesse soluzioni meccaniche e scoperte viste nell'ultima stagione di Game of Thrones, ma se in quel caso il discorso era giustificato dal fatto che la serie si avviava al finale e doveva chiudere rapidamente molti discorsi, qui esiste un ventaglio di possibilità agitate e mai davvero imperniate sui protagonisti. Che comunque attenderanno pazientemente strategie e tentativi di alleanza, senza ritirarsi o avanzare, finché ci sarà qualche altra comparsa da buttare sul campo di battaglia e lo scontro potrà ripartire.

Aethelwulf muore nel modo meno eroico possibile, e anche se si tratta di una decisione che indispettirà molti, in realtà non ci sentiamo di criticarla fino in fondo. Il personaggio aveva esaurito il suo arco narrativo – ammesso che ne avesse mai avuto uno – e rispetto a tutto ciò che ha dovuto sopportare nelle scorse stagioni una fine così indecorosa è quasi lineare con il suo percorso. Quello di un re che avrebbe voluto diventare un punto di riferimento, ma che non ne ha mai avuto la forza.

Quindi largo ai giovani, dove per giovani si intende Alfred, che prende il posto del fratellastro Aethelred come re. Poca convinzione da parte di tutti ad eccezione della solita Judith che guarda il nuovo sovrano con sguardo estatico (che poi è il suo solito sguardo).

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