Vikings 5x05 "The Prisoner": la recensione
La recensione del quinto episodio della quinta stagione di Vikings, intitolato The Prisoner
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I Sassoni pagano la loro presunzione nel momento in cui la strategia di Ivar si rivela vincente. Nel furore della battaglia in cui i Sassoni vengono sbaragliati, emergono le grida di rabbia di Aethelwulf. Il re che lotta per riscattare una patria invasa, il re in fuga da sempre, che non si rassegna a morire, e che probabilmente soffre anche una certa vergogna nel fare ritorno al campo dalla sua Judith. Perché lui almeno è scampato alla cattura, mentre una sorte diversa è toccata al vescovo. Rispetto alla battaglia vista in precedenza, stavolta i ruoli tra Ivar e Heahmund si ribaltano, ed è il vichingo a osservare il nemico da una prospettiva privilegiata. È l'inizio di un rapporto tra carceriere e prigioniero sul quale l'episodio ritorna ancora spesso.
Ivar al contrario parla di Odino, ma lo fa da personaggio che ha vissuto con rabbia e risentimento per molti anni, e che ora sta vivendo un grande momento di riscatto. Ci aspetteremmo di vedergli commettere qualche errore in più, data l'eccessiva fiducia in se stesso, ma al momento appare inarrestabile. Prossimo obiettivo: Kattegat. Qui nel frattempo è giunto Floki, in pausa dal suo viaggio mistico, al quale vorrebbe tornare quanto prima portando con sé tutte le persone che reputa degne. Lagertha lo accoglie da amico, ma capisce anche che la presenza del fabbricatore di navi potrebbe danneggiarla. Qui va sottolineato un lungo passaggio di tempo, confermato dalla riconciliazione tra Ubbe e Floki (per noi sembra passato poco tempo invece). Rimane da capire se e come la storia di Ivar si ricollegherà a tutto questo, e quanti personaggi verranno coinvolti.