Vikings 4x11 "The Outsider"/4x12 "The Vision": la recensione
Vikings ritorna con la seconda parte della quarta stagione: molto è cambiato, mentre seguiamo nuovi personaggi e nuove storie
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Ripartiamo esattamente da dove eravamo rimasti. Da un salto temporale che ha ricondotto un Ragnar sempre più distaccato dal proprio mondo e dalle persone che ama a casa. Qui a Kattegat è Aslaug a regnare, ma tutte le luci sono proiettate sui suoi quattro figli: Ubbe, Hvitserk, Sigurd e Ivarr. I due episodi non li rendono il centro assoluto della narrazione, mantenendo sempre una certa coralità nel racconto in cui vedremo tornare tutti i personaggi storici. Ma è anche vero che i conflitti più interessanti risiedono da queste parti, che quasi tutto ciò che si proietta in avanti nella storia avviene per bocca di questi quattro ragazzi, praticamente uomini. La serie offre a tutti loro parecchio minutaggio, e lavora per assicurare una caratterizzazione di vario tipo, che dove non funziona tramite i dialoghi cerca di compensare con le azioni.
A contornare il tutto ci pensano i personaggi storici, che nel momento in cui non sono più il centro focale della narrazione possono brillare in tutte le loro sfaccettature. È il caso di Floki, che seguendo il comando di Ragnar progetta finalmente le navi dei suoi sogni, ed è un bel momento di riconciliazione quello tra lui e Ragnar, anche considerando tutto ciò che hanno passato. È il caso di Lagertha, che torna, più matura e più regale della vera regina, con cui trova motivo di conflitto. È anche il caso di Ragnar, che in realtà costituirà il motore di una parte della narrazione. Il protagonista sfuggente, mai del tutto decifrabile, ormai indifferente alla morte, che trova sempre meno ragioni nei beni terreni e continua ad aspirare a qualcosa di più, tra ideali e missioni che lo portano al confine con il Valhalla.