Vikings 4x09 "Death All 'Round": la recensione

Avviciniamoci al midseason finale di Vikings con una puntata che chiude alcune situazioni rimaste aperte

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Spoiler Alert
La morte è ovunque nell'ultimo episodio di Vikings, fondamentale perché chiude alcuni segmenti, chiamiamoli riempitivi, rimasti aperti, e spalanca la strada per il midseason finale. Da un certo punto di vista Death All 'Round è l'ovvia prosecuzione di ciò che avevamo visto la scorsa settimana. L'apprezzata mole di uccisioni che aveva dato una scossa alla serie di History Channel non poteva rimanere senza conseguenze, ed ecco quindi che le varie storyline si adeguano a quegli avvenimenti. Come avvenuto altre volte in questa stagione, strano a dirsi, i vichinghi non sono protagonisti assoluti.

Se Ragnar e compagni si limitano a una giusta fase di assestamento dopo la sonora sconfitta con i Franchi, da altre parti vengono prese decisioni importanti. I regni di Wessex e Mercia sono riuniti sotto l'ambizioso dominio di Ecbert, che già estende la sua mano sui possedimenti confinanti di re Aelle. C'è uno scambio più che eloquente tra i due, ma il contendente svantaggiato non può fare molto e Ecbert, che infine si metterà in una posizione di superiorità, lo sa bene. Cambiano le cose anche a Parigi, ma non nel modo che Rollo e consorte avrebbero sperato. La morte del conte Oddone ha migliorato sicuramente il ruolo del vichingo a corte, ma non l'ha portato a ottenere quella qualifica di protettore del regno che tanto Judith avrebbe voluto per lui.

Nel frattempo la principessa incinta rifiuta di concedersi a Rollo, ma la cosa più interessante è il fatto – che è uno dei cavalli di battaglia della serie – di come queste usanze nascondano dietro un'aria di superiorità comportamenti tutt'altro che accettabili pubblicamente all'epoca (l'imperatore e le sue particolari richieste). Nel frattempo si chiudono, in modo talmente scontato da sollevare qualche dubbio sulla necessità di portarle fino a questa puntata, le storyline sulla gravidanza di Lagertha e quella sulla "sopravvivenza" (come altro definirla?) di Erlendur.

E in queste scelte, non ultima quella di indugiare ancora una volta su un Ragnar in crisi per l'ennesima volta – si tratti di delirio mistico o di crisi d'astinenza cambia poco – troviamo tutte le mancanze di una prima parte di stagione che ha sofferto per il numero eccessivo di episodi. Non resta che sperare in un midseason finale che, con molta probabilità, premerà sull'acceleratore dell'azione.

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