Vikings 4x08 "Portage": la recensione

La recensione dell'ottavo episodio di Vikings

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Spoiler Alert
Si inizia con dei cupi nuvoloni che accompagnano la ritirata, che sà tanto di sconfitta, da Parigi si finisce con un nuovo giorno e una rinnovata fiducia per il vecchio leader dei vichinghi. Da una parte all'altra del Nord Europa, saranno in molti a non vedere quella nuova alba, schiacciati e spazzati via in un episodio tra i più soddisfacenti della quarta stagione di Vikings. La serie di History Channel continua a non convincere come nelle prime tre stagioni, ma è anche vero che sta costruendo un finale (la stagione è composta da 20 episodi, ma divisi in due blocchi) degno di nota. Portage è ancora una volta un episodio corale, che distrugge prima di ricostruire, che abbatte con profonda soddisfazione, soprattutto nostra, alcuni rami secchi che avevano appesantito il viaggio fino a questo momento.

Certo, la sensazione di un circolo vizioso è forte. Le morti di Yidu, Oddone, Kwenthirth permettono alla puntata di raggiungere una valutazione positiva, e perché ci raccontano qualcosa di definitivo in una stagione in cui il ritmo lento e il senso di attesa sono stati una costante. D'altra parte ha senso gioire per il taglio di rami secchi che ci hanno confermato la sostanziale inutilità di queste sottotrame? Diciamo di sì e prendiamo per buono ciò che verrà. Ecbert e Judith siglano ulteriormente il loro patto di sangue, con la donna che si rende complice e assassina nel piano per allargare i confini del regno. La loro rimane un'alleanza fondata sull'omicidio e sul tradimento: verrà il tempo della resa dei conti, anche con le persone a loro più vicine. E magari anche il tempo del ricollegamento con le altre vicende.

Nel momento più buio del suo regno, Ragnar si riprende il ruolo che gli spetta ma al quale egli stesso prima degli altri, aveva dimostrato di voler rinunciare. Lo fa spezzando la vita di Yidu – non ci mancherà il personaggio, ma in fondo le colpe della dipendenza di Ragnar non erano solo sue – e riprendendo con forza il comando della flotta. Tanto Harald quanto Bjorn, che avevano pesantemente dubitato di lui, trovano un nuovo motivo per sostenerlo nonostante le incertezze iniziali. E ci sarà spazio anche per Floki, ora che la storyline di Parigi ha ripreso vigore.

La morte di Oddone francamente è spiazzante. Non tanto perché coglie di sorpresa, ma proprio perché al contrario non contiene alcun elemento che spezza la linearità di una vicenda tanto prevedibile quanto inutile ai fini della scalata al potere di Rollo, che raccoglie il ruolo rimasto vacante come braccio destro dell'imperatore dei Franchi. Mero riempitivo la vicenda di Harbard e Auslag: da segnalare il santone che se ne esce con la scusa più creativa di sempre per il suo tradimento. In generale questo è il problema della quarta stagione di Vikings: le storyline secondarie non solo non riescono a sostenere il peso della vicenda centrale, che supponiamo essere quella di Parigi, e spesso non riusciamo nemmeno a distinguere tra le due (il Wessex sarà importante, probabilmente, ma tra quanto?).

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