Vikings 4x05 "Promised": la recensione

Il quinto episodio della quarta stagione di Vikings si chiude con due eventi sorprendenti, mentre la storia corale continua ad andare avanti

Dal 2017 sono Web Content Specialist l'area TV del network BAD. Qui sotto trovi i miei contatti social e tutti i miei contenuti per il sito: articoli, recensioni e speciali.


Condividi
Spoiler Alert
Due esplosioni in primo piano e Parigi sullo sfondo. Questo, e molto altro, è stato Promised, quinto episodio della quarta stagione di Vikings. La serie di History Channel, fresca di rinnovo per un quinto anno – ma sappiamo che la stagione in corso sarà composta da 20 episodi – continua a mantenere lo sguardo alto sull'Europa del nord, aumentando i personaggi, sfoltendo i rami secchi, costruendo intorno a Ragnar un sistema di relazioni e motivazioni dalle quali il vecchio e sempre più stanco re viene allontanato. Alcune storyline girano a vuoto e non ci convincono, ma quando torniamo ai vichinghi troviamo nuove motivazioni ed emozioni, in questa storia di cui è difficile intuire il proseguimento.

Anche se l'intreccio non è mai stato elaborato come lo è oggi, è difficile trovare forti motivazioni in quello che avviene nel Wessex. Si chiude il concilio ristretto al quale hanno partecipato Ecbert, Aelle e Kwenthirth, ansiosa di essere restaurata sul trono di Mercia. Proprio quest'ultimo punto e la sofferta decisione sul dover entrare in guerra oppure no finiscono in secondo piano rispetto a situazioni più personali: Aethelwulf sempre più critico nei confronti della moglie e dell'insana relazione con Ecbert, ma che al tempo stesso si punisce per lo stesso comportamento con Kwenthirth. Come per Parigi, sono vicende molto lontane da Kattegat, ma almeno nel caso di Rollo possiamo vedere chiaramente un quadro comune, collegamenti più forti, uno scontro che presto o tardi arriverà.

È un piccolo gioco del trono quello che avviene alla corte francese, con la relazione malsana – tanto per cambiare – del conte Oddone che potrebbe rivoltarglisi contro, nel momento in cui la donna, e il fratello, ne denunciano le ambizioni di fronte all'imperatore. A beneficiarne sarebbe Rollo, che diventerebbe il primo confidente del sovrano, e la cosa non dispiacerebbe alla principessa, che ha fatto davvero presto ad abbandonare la sua carità cristiana e l'odio per gli infedeli (il cambio di personalità tra la scorsa puntata e questa è stato troppo veloce).

Le due esplosioni che dicevamo in principio avvengono però più vicine ai personaggi storici della serie e sono concentrate in conclusione di puntata. Ivarr, sotto lo sguardo compiaciuto di Aslaug (molto Cersei nella situazione e in generale) e di Floki, uccide con rabbia un bambino. Nell'atto violento, ma soprattutto nella reazione dei due adulti alla situazione, c'è tutta la fragilità di una famiglia che ha perso il suo equilibrio perché ha perso la sua guida. Ragnar si estrania da tutto ciò che lo circonda (è arrivato anche Halfdan, fratello di Harald, e si comportano come se fossero a casa loro) e sempre più imponente appare la figura di Bjorn, che tuttavia nella puntata ci appare più vicino al re di Norvegia che a quello di Kattegat. Colpo finale assegnato a Lagertha, che dopo aver latitato per alcune puntate rientra nel modo più violento in scena, uccidendo Kalf e diventando lo jarl delle sue terre.

Continua a leggere su BadTaste