Vikings 4x02 "Kill the Queen": la recensione
La storia si fa sempre più grande ed estesa: seguiamo Ragnar e gli altri personaggi nel secondo episodio della quarta stagione
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Si tratta della puntata più grande vista finora, non perché getta nella mischia elementi nuovi o particolari implicazioni, ma perché estende il focus della storia a più regni, personaggi, conflitti di quanto abbia mai fatto fino ad ora. Lo fa con la consapevolezza di non dover riscattare nell'immediato il coinvolgimento dello spettatore, lasciando i presagi di tempesta in lontananza, raccogliendo il necessario, in un finale che non lesina l'azione e il sangue, per mantenere l'attenzione alta. Qualcosa, più di qualcosa, peccherà in eccessi, ma è difficile voltare lo sguardo e scegliere di non investire in attenzione in una storia che diventa sempre più grande.
La regina da uccidere del titolo è Kwenthrith di Mercia, contro la quale Ecbert scatena l'esercito per riprendere la torre dove si è barricata. A guidare l'assalto c'è proprio il figlio dell'uomo, ignaro che intanto a corte prosegue il malsano rapporto tra il padre e la principessa Judith, che nel frattempo esprimerà il desiderio di essere istruita nell'arte della pittura. Sono storyline come quest'ultima, che fa il paio con le perversioni del conte a Parigi, a non soddisfarci, se non altro perché si limitano a battere sentieri già percorsi lo scorso anno basandosi sul solito confronto tra l'istinto e la brutalità, però sincera, dei barbari vichinghi, e l'ipocrisia mascherata da civiltà degli altri popoli.