Vikings 2x07 "Blood Eagle": la recensione

Settimo episodio per Vikings: entriamo nell'ultima fase della stagione

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Il settimo episodio annuale di Vikings, preparatorio come il precedente, porta a compimento tutte le premesse della scorsa settimana, e mette in tavola tutte le carte necessarie alle ultime tre puntate della stagione. Blood Eagle è il titolo, e la puntata può essere idealmente divisa in due parti, una prima più preparatoria e una seconda più carica di eventi, separate da un particolare montaggio che racconta due matrimoni, celebrati a grande distanza l'uno dall'altro, accentuandone somiglianze e differenze. Un buon episodio, non il migliore dell'anno, ma che comunque allunga e consolida la scia positiva di puntate costruite dalla serie di History Channel.

L'attacco di Jarl Borg e la minaccia al potere di Ragnar si sono concluse in un bagno di sangue e con la sconfitta del ribelle che aveva minacciato la patria e la famiglia del protagonista. L'uomo giace in catene, sorretto solo dal poco cibo che Bjorn gli reca e dalle speranze di salvezza riposte nelle parole di Re Horik. La minaccia di Re Ecbert nel Wessex incombe su tutti i clan, e una tregua, per quanto scomoda e sgradita, sarebbe da considerare, anche alla luce della forte alleanza stretta dal nemico e suggellata tramite un matrimonio combinato. Ma Ragnar non la pensa allo stesso modo. È un guerriero, uno stratega, a suo modo anche una persona lungimirante e intelligente, ma sicuramente non dal cuore gentile né dal perdono facile. Le fioche speranze di salvezza di Jarl Borg si spengono definitivamente in seguito all'offerta di allenza giunta da parte di un certo Jarl Ingstad. A quel punto anche Horik vacilla. La vita di Borg non ha più alcun valore e, in una scena di forte impatto visivo, verrà ucciso con il brutale rito dell'aquila di sangue.

Sorpresa gradita, soprattutto nelle premesse, ma non tanto nell'esecuzione: il misterioso Jarl Ingstad nient'altro è che la stessa Lagertha, tornata ancora una volta, ora più forte che mai dopo l'uccisione del marito. Che la donna abbia tranquillamente preso il potere con un violento atto di forza sorprende solo fino a un certo punto, e comunque non è la prima volta che le usanze e i costumi vichinghi ci sembrano lontani, pur affascinandoci. Il problema casomai è da rintracciare nella gestione dei tempi narrativi. Il personaggio di Lagertha rimane uno dei migliori – se non il migliore – della serie, ma in appena sette episodi l'abbiamo vista lasciare la propria casa, risposarsi, tornare in aiuto del proprio uomo, andarsene lasciando il proprio figlio, e ora tornare ancora una volta a capo di un grande numero di uomini e navi. Un po' troppo, per un personaggio che comunque si mantiene sempre coerente con se stesso e forte come pochi altri nello show.

Intanto, mentre l'anima spezzata di Athelstan sempre più si allontana dal pagano che era diventato, e la fedeltà di Floki (molto interessante la ricostruzione del matrimonio vichingo) vacilla, il tradimento di Siggy viene scoperto da Rollo, anche se per il momento non è chiaro come questo potrà influire sulla trama generale. Rimane il solito episodio affascinante, scorrevole, ben scritto, e stavolta – più di altre – davvero ben diretto e curato, con una scena finale che inevitabilmente svetta su tutto il resto.

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