Vikings 2x06 "Unforgiven": la recensione

Vikings ritorna con un episodio interlocutorio, che prepara il terreno per le ultime puntate

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Unforgiven è un episodio interlocutorio, ma non per questo privo di azione e di eventi. Dopo le alleanze e gli scontri della scorsa settimana, Vikings ragiona sulle dinamiche della storia e prende la rincorsa in vista di un finale di stagione che si annuncia molto promettente. Probabilmente la scrittura alla base non si mantiene costante per tutte le storyline, e inevitabilmente alcuni personaggi emergono nettamente al di sopra di altri, ma sono piccoli difetti in una serie che continua settimana dopo settimana a costruire e a funzionare.

Si compiono le ultime fasi dello scontro tra Ragnar e lo jarl Borg. Dopo la sconfitta subita nella scorsa puntata e dopo che Ragnar ha ritrovato pienamente nella difficoltà l'appoggio del fratello Rollo e della compagna Lagertha, era solo questione di tempo prima che la crisi rientrasse. Questo evento coincide con il ritorno di Horik dal Wessex, dove i suoi uomini sono stati massacrati da Re Ecbert. Come avvenuto precedentemente, anche in questo caso la presenza di un nemico comune dovrebbe avere come prima conseguenza quella di far creare delle alleanze provvisorie tra nemici. Questo almeno è il suggerimento di Horik. Ma Ragnar, con le parole, e Rollo, con le azioni, rifiutano una tregua. L'imperdonabile che dà il titolo all'episodio è proprio Borg, che in conclusione di puntata viene stanato e condotto alla presenza di Ragnar e degli altri. La punizione per aver messo in pericolo la sua famiglia è quella di ricevere "l'aquila di sangue".

Questo è ovviamente il segmento più importante dell'episodio, e Vikings lo racconta con la giusta tensione e limitando i momenti d'azione. In fondo il momento di vera crisi e di vero pericolo è stato superato la scorsa settimana, e in questo caso si tratta di consolidare quanto già ottenuto prima di poter andare avanti. Intanto conosciamo meglio il nuovo Bjorn, quello alto, massiccio e a caccia di donne come suo padre. C'è molta della brutalità e della presunzione di Ragnar in suo figlio, che ne ha ereditato comportamenti e atteggiamenti, forse ancora senza esserne totalmente consapevole. In ogni caso il lavoro sul personaggio non è esattamente tra le cose più riuscite della stagione: forse la situazione migliorerà quando inizieremo a vedere qualche chiaroscuro in più nella sua caratterizzazione e magari qualche momento di maggior impatto.

Tutta un'altra storia per Lagertha, che finalmente, e senza di sicuro attendere il salvataggio da parte di un uomo, che sia Ragnar o suo figlio, si libera delle catene ideali del matrimonio con il nuovo marito. Certo, deve passare attraverso l'ennesima violenza e umiliazione per riuscirci, ma il momento del riscatto è davvero liberatorio e soddisfacente. E ora si aprono scenari interessanti per la nuova gente guidata da Lagertha. Questa è una delle svolte più attese per il finale di stagione. Dall'altra parte del mare intanto si fa più intenso e interessante il rapporto tra Re Ecbert e Athelstan. Se le allucinazioni dell'uomo appaiono fuoriluogo, il dialogo sulle religioni, sulle credenze popolari che si incontrano tra mito e storia è appassionante e intelligente. L'ex monaco ora rientrato nella grazia della Chiesa è insieme a Lagertha la figura più interessante e completa della storia. Anima ormai completamente persa è invece Siggy, che da figura vendicativa e manipolatrice ha finito per sottostare a troppe persone, fino a umiliarsi come mai avrebbe pensato di dover fare.

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