Vigilante - My Hero Academia Illegals 1 - 5, la recensione

Per la qualità di storia e disegni, Vigilante è qualcosa di più di uno spin-off di My Hero Academia

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Vigilante - My Hero Academia Illegals 1, anteprima 01

Il volumetto dell'esordio di Vigilante - My Hero Academia Illegals è uscito alla fine dello scorso anno. Al Comicon 2019, dove abbiamo avuto il piacere di intervistare gli autori, Hideyuki Furuhashi e Betten Court, Star Comics ha portato il cofanetto con i primi quattro numeri - che compongono lo storyarc iniziale della serie - e il quinto, presentato in anteprima per l'occasione. Li abbiamo divorati tutti e cinque e si sono rivelati una sorprendente lettura.

Vigilante: Boku no Hero Academia Illegals, questo il titolo originale del manga, ha debuttato sulla rivista Shonen Jump Giga nell'agosto del 2016, passando tre mesi dopo su Shonen Jump+. Per i pochi che ancora non lo sapessero, l'opera si rifà a My Hero Academia, di Kohei Horikoshi, uno dei più grandi successi targati Shueisha degli ultimi anni, da cui è stata tratta una serie anime di pari fortuna.

Vigilante, di cui Horikoshi è supervisore, è nata da un'idea di Yusuke Sato, editor della major nipponica, e si pone cronologicamente poco prima degli eventi illustrati nel fumetto originale a cui è strettamente legato, poiché svela alcuni retroscena di fatti lì esposti e condivide svariati comprimari, appartenenti sia alla fazione dei buoni che a quella dei cattivi.

Invece che focalizzarsi sugli Heroes, il prequel ci racconta le vicende di coloro che sono noti come Vigilantes. I primi sono professionisti riconosciuti dal governo, mettono al servizio dell'umanità i propri poteri speciali, denominati quirk, e hanno in All Might il loro simbolo più rappresentativo; i secondi hanno in Knuckle Duster il loro portabandiera e agiscono al di fuori della legalità, ma sempre per difendere i deboli da mostri e calamità naturali, anche se una parte della popolazione li considera alla stregua dei villain che combattono. In sostanza, le due categorie incarnano rispettivamente giustizia pubblica e giustizia privata, e identificano in maniera netta la contrapposizione tra la storia portante di Horikoshi e quella derivata.

"Per la validità delle sceneggiature e la qualità artistica delle tavole, sarebbe semplicistico considerare Vigilante solo uno spin-off di My Hero Academia."Ciodetto, Furuhashi e Court sono stati capaci di mettere insieme un soggetto originale, accattivante al pari di quello di Horikoshi: hanno sì preso in prestito alcuni dei personaggi secondari da lui creati, ma anche creato figure inedite - di primo e secondo piano - assolutamente carismatiche per spessore psicologico e appeal del character design: un lavoro brillante, riassumibile nell'alter ego di All Might, l'irresistibile Knuckle Duster.

Per la validità delle sceneggiature e la qualità artistica delle tavole, sarebbe semplicistico considerare Vigilante "solo" uno spin-off di My Hero Academia: si tratta piuttosto di un ampliamento dell'immaginario fantastico di Horikoshi. Le due serie danno vita a un variegato universo supereroistico, il più grande di sempre concepito dal Fumetto giapponese, con moltissimi spunti per eventuali nuove espansioni.

Il punto di riferimento imprescindibile di Vigilante è il Fumetto supereroistico statunitense, oggi più che mai governato dalle storiche rivali Marvel e DC Comics. Le fonti d'ispirazione facilmente individuabili sono soprattutto quei capisaldi che hanno offerto una differente e spiazzante prospettiva sul genere: capolavori come Watchmen, di Alan Moore e Dave Gibbons, e Il ritorno del Cavaliere Oscuro, di Frank Miller, a cui si aggiungono titoli più recenti come Civil War e Kick-Ass, scritti da Mark Millar.

Vigilante - My Hero Academia Illegals 1, anteprima 02

All Might, nella sua straripante possanza, sta a Superman, come Knuckle Duster, privo di super poteri, sta a Batman. Il protagonista di Vigilante, Koichi Haimawari, è esplicitamente costruito sull'indole gentile e un po' impacciata di Peter Parker; non a caso il suo quirk “scivolamento” può essere convertito in forza adesiva, permettendogli di arrampicarsi su ogni superficie, proprio come Spider-Man.

Eppure, questo fantastico cosmo narrativo ha dei connotati assai distinti dai corrispettivi universi della Casa delle Idee e della Distinta Concorrenza che lo caratterizzano indiscutibilmente come un'espressione artistica a sé stante, per forma e contenuti, intimamente connessa sia alla Nona Arte così come alla cultura del Sol Levante: L'amica di Koichi, Pop☆Step, è un'aspirante idol ed è stata dichiaratamente modellata sulle fattezze di Shadow Lady, l'eroina dell'omonimo manga di Masakazu Katsura; i villain mostrano similitudini con i kaiju della fantascienza giapponese e più in generale ai tokusatsu; l'emblematico rapporto maestro/allievo, le tematiche incentrate su giovani e studenti, gli ammiccamenti maliziosi, il ritmo sequenziale e l'ironia spesso dissacrante delle situazioni fanno di Vigilante e di My Hero Academia due prodotti squisitamente shonen, ma fruibili da qualunque platea.

In sintesi, questi imperdibili titoli offrono, come mai prima d'ora, uno straordinario e innovativo trait d'union tra il Fumetto statunitense e quello asiatico senza risultare carenti dal punto di vista dell'originalità. Anzi, tutto lascia pensare che questo genere di contaminazione possa tracciare una nuova via.

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Fonte immagini: Comixology

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