Viewfinder, la recensione
Viewfinder è un titolo ricco di idee geniali e in grado di lasciare a bocca aperta in ben più di qualche situazione
Titoli come Viewfinder riescono a far comprendere al grande pubblico come per realizzare un buon videogioco non servano storie complesse, un comparto tecnico all’avanguardia o una longevità di diverse decine di ore. Quello di cui il pubblico necessita è un meccanismo divertente. Qualcosa che riesca a mantenere salda l’attenzione dell’utente su ciò che accade nel mondo digitale davanti a propri occhi. Qualcosa che susciti meraviglia, che risulti straordinario e che ci faccia dimenticare il mondo reale.
Saranno riusciti i ragazzi di Sad Owl Studios a mantenere la promessa di un titolo vario, stratificato e “geniale”, oppure saranno ricaduti nei tipici errori di gioventù? Scopritelo insieme a noi.
IL POTERE DELLA NARRATIVA EMERGENTE
Nonostante Viewfinder sia un titolo che non fa della storia il proprio punto di forza, è comunque presente una narrativa che fa da collante all’intera avventura. Siccome per parlarvene andremmo a rivelare il primo vero colpo di scena del gioco, preferiamo evitare del tutto anche il solito riassunto della trama, in modo da non danneggiare l’esperienza a nessuno. Quello che possiamo dire, però, è che la storia tratta temi molto delicati come i cambiamenti climatici e la dedizione dell’essere umano nel tentare di trovare una soluzione a ogni cosa. Non aspettatevi nulla di davvero complesso o elaborato, ma gli sviluppatori inglesi sono riusciti a creare un raccontoin grado di fare da collante tra le varie aree che ci troveremo a esplorare. Un risultato per nulla banale, soprattutto per un titolo tanto focalizzato sul gameplay.
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QUESTIONE DI PUNTI DI VISTA
Arriviamo al vero motivo per cui mettere le mani su Viewfinder: il suo gameplay. Come già parzialmente accennato, l’opera prima di Sad Owl Studios è un puzzle game che ha come obiettivo quello di farci superare livelli su livelli, raggiungendo dei terminali posti in precisi punti della mappa. Per farlo, dovremo sfruttare dei trucchi di prospettiva, legati principalmente a delle fotografie. Facciamo degli esempi per farvi capire al meglio: un muro sbarra la strada verso il terminale per passare al quadro successivo? La foto di una porta sovrapposta sulla parete darà vita a una porta vera e propria. Diversi metri di vuoto vi separano dalla piattaforma successiva? Una foto di un ponte o di una lastra di vetro risolverà la situazione.
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Questa meccanica viene introdotta gradualmente, prima con fotografie che si possono trovare in giro e, dopo aver ottenuto una macchina fotografica, dando la possibilità al giocatore di arrangiarsi a trovare le soluzioni. Il risultato riesce più volte a lasciare a bocca aperta, come quando si assiste a un trucco di magia che non si riesce a comprendere del tutto. Il nostro cervello si è spesso accartocciato nel tentativo di capire come superare determinate situazioni, stimolando il problem solving e spingendoci ad approcci sempre differenti. Viewfinder, inoltre, non è per nulla un titolo punitivo. Non solo è possibile riavvolgere il tempo nel caso si facciano degli errori, ma sono presenti anche dei comodi suggerimenti nel menù di gioco per coloro che non sopportassero l’idea di rimanere bloccati per troppo tempo davanti a un enigma.
L’intera avventura è inoltre farcita di “momenti wow”, dove dipinti, foto e altri oggetti danno vita a situazioni che mai ci saremmo aspettati. Evitiamo anche in questo caso di scendere nel dettaglio, ma sappiate che se cercate un titolo capace di lasciarvi con il sorriso ebete sulle labbra, probabilmente state cercando proprio un’opera come Viewfinder.
STILE, COLORI, VARIETÀ
Da un punto di vista artistico, il risultato ottenuto da Sad Owl Studios è senza dubbio encomiabile. Gli ambienti virtuali che potremo esplorare regalano scorci mozzafiato, caratterizzati soprattutto da una palette cromatica a tinte pastello molto curata. Quello che speriamo di trovare in un eventuale secondo capitolo è però una maggiore varietà di setting, magari valorizzati da toni differenti, dalla presenza di pioggia, neve o altri elementi estetici. Gli ambienti presenti in Viewfinder ci sono infatti sembrati un po’ troppo simili tra di loro. Sempre stupendi, sia chiaro, ma “alla lunga” ridondanti. Buono il comparto sonoro, che offre una soundtrack d’atmosfera, perfetta per non risultare mai opprimente, e un doppiaggio in inglese di buon livello. L’intero titolo è inoltre localizzato in italiano, sia per quanto riguarda i sottotitoli che per i vari biglietti e messaggi sparsi attraverso i livelli di gioco.
Viewfinder vuole stupire e ci riesce alla grande. Siamo rimasti estasiati di fronte ad alcune idee visive e agli enigmi ideati dal team inglese. La longevità si dimostra inoltre perfetta per il tipo di produzione. Qualche ora in più, infatti, avrebbe rischiato di evidenziare ancora di più la ridondanza di alcuni elementi estetici e di alcuni enigmi, che in questo modo non risultano mai davvero ripetitivi e/o fastidiosi. Speriamo che questo sia solo un assaggio di quello che potranno fare in futuro i ragazzi di Sad Owl Studios. Quel che è certo è che seguiremo questi sviluppatori con grande interesse, desiderosi di farci ingannare dal loro prossimo gioco di magia.
E voi che ne pensate? Venite a raccontarci la vostra opinione su Twitch e, se volete vederci giocare il titolo in live, scrivetecelo in chat e nei commenti sui nostri social.