Victor - La Storia Segreta del Dott. Frankenstein, la recensione
Scambiando l'idea dell'uomo che crea la vita per un po' d'azione steampunk Victor - La Storia Segreta del Dott. Frankenstein smarrisce anche il senso
In un momento in cui le fiabe diventano fantasy, il romanzo gotico si trasforma quindi in steampunk (ma era capitato anche a Sherlock Holmes), troppo tentato dall’idea di avere un protagonista scienziato più avanti del suo tempo attraverso cui leggere ogni cosa.
Anche se il punto di vista scelto è quello di Igor, ovvero Daniel Radcliffe, gobbo ma non realmente, appassionato di anatomia, prelevato da un circo dallo stesso barone Frankenstein che in lui ha visto del potenziale, rimane Victor il protagonista effettivo di questo buddy movie mancato.
In buona sostanza Victor - La Storia Segreta del Dott. Frankenstein proprio non ha le medesime finalità del romanzo originale, non si interessa molto del tema prometeico, del paragonarsi a Dio e via dicendo. Preferisce di gran lunga raccontare l’avventura di un grande esperimento con protagonisti due scienziati d’azione, in una modernizzazione abbastanza scema che non ha nemmeno l’autoironia che sembrerebbe lecito attendersi vista l’idea.
In questa sostituzione si perde tutto. Perché lo steampunk poteva essere una chiave interessante (visivamente di sicuro) ma perdere il tema della creazione della vita da parte di un uomo, per guadagnare sostanzialmente niente, un’avventurina di due protagonisti nemmeno particolarmente interessanti, privi di carisma e con una serie di problemi esistenziali al limite del ridicolo, è un delitto.
Come sempre il processo di rinnovo di un classico passa per la convinzione che i suoi temi basilari vadano rinnovati e non il ritmo o il mood attraverso il quale la sua storia o l’intreccio fondamentale sono raccontati. Il risultato è un evidente impoverimento, perché da un libro con le idee precise, che racconta una trama con un obiettivo preciso, si passa ad un film senza idee che non ha un fine nel suo raccontare, solo voglia di smuovere un po’ le acque.