Vicious (seconda stagione): la recensione
Recensione della seconda annata di Vicious, serie britannica con Ian McKellen e Derek Jacobi
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Freddie Thornill (Ian McKellen) e Stuart Bixby (Derek Jacobi) sono una coppia da più di cinquant'anni. Il loro è un rapporto burrascoso, fatto di polemiche costanti, insulti nemmeno troppo celati, piccole ripicche e frecciatine. Ma si capisce presto che tutto questo non è altro che una maschera per celare il grande affetto che provano l'uno per l'altro, uniti come sono da una vita, sempre pronti a dirsene di tutti i colori in faccia, ma anche pronti a perdonarsi e a tornare sempre assieme, non riuscendo nonostante tutto a stare uno lontano dall'altro. Intorno a questa coppia di anziani omosessuali, un soggetto così atipico per una serie, ruotano una serie di amici e conoscenti, più o meno rimbambiti o pronti anche loro ad unirsi al gioco delle frecciatine e degli insulti leggeri: ma anche in questo caso sotto sotto sono chiari l'amicizia e il legame che li uniscono.
Quello che la risolleva, oltre ad un cast di protagonisti e personaggi secondari molto riuscito, è la semplicità, la schiettezza e la sincerità del tutto. In più di un momento c'è quasi l'impressione che la maschera di McKellen e Jacobi – che si conoscono da decenni – non sia poi così diversa dal loro carattere nella vita reale, e che si siano divertiti un mondo a realizzare questo progetto. È vero, è tutto molto prevedibile, ma questa impostazione teatrale – anche come recitazione quasi d'altri tempi – così artificiosa inaspettatamente ci accoglie con freschezza e semplicità, e non può fare a meno di strapparci un sorriso, fosse anche per la soddisfazione di aver indovinato con anticipo l'esito di una situazione.