Vicini del terzo tipo, la recensione

C'era tutto perchè fosse una buona commedia. Il team di Judd Apatow, la potenza del frat pack e i temi di Ben Stiller. Invece è un cocente fallimento...

Critico e giornalista cinematografico


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Poteva essere l'incontro di due grandi fucine di cinema comico, da una parte quella della scuola Apatow, rappresentata da Evan Goldbergh, Seth Rogen (sceneggiatori) e Jonah Hill (attore), dall'altra quella del frat pack rappresentata da Vince Vaughn, Ben Stiller (attori), Shawn Levy (produttore) e Akiva Schaffer (regista), e invece è solo una marmellata poco saporita. L'idea è quella di un gruppo di deficienti, borghesi da suburbia, negozianti con villette schiera e seminterrati arredati che, annoiati dalla loro quotidianità ma preoccupati della propria sicurezza, decidono di improvvisarsi vigilanti e fare ronde di quartiere contro la minaccia di un misterioso killer.

Il killer non è tale e la minaccia è in realtà un'invasione aliena che i 4 dovranno respingere da soli.

Lo schema potrebbe ricordare quello di Attack the block, un gruppo di persone normali che solo per caso si trova a dover sventare un attacco alieno in scala ridotta (che però minaccia di ampliarsi su larga scala da un momento all'altro), in realtà la maggior parte del film somiglia più alle bromance comedies, in cui l'amicizia virile è sia celebrata che presa in giro e attraverso questo meccanismo si punta sull'alchimia tra attori. Alchimia che, nemmeno a dirlo, è solitamente il punto di forza vista l'abitudine degli attori in questione a lavorare insieme.

Eppure Vicini del terzo tipo fallisce su tutti i fronti. Non diverte, non coinvolge, non stupisce nè intrattiene.
La modestia delle gag mette in risalto le esagerazioni di sceneggiatura e della recitazione dell'intero cast. In questo modo anche la presa in giro delle ronde di quartiere e delle insicurezze o problemi familiari alto borghesi dell'America più tradizionale non convincono ma suonano anzi come le solite gag mascherate da novità con un contesto leggermente inusuale.

L'unico in grado di strappare una risata è allora il solo Ben Stiller, che per attirare gli alieni come fossero animaletti sfrutta tutti gli stereotipi del cinema, dalla musica di Incontri ravvicinati del terzo tipo alle frasi di Avatar. Ma è solo un momento.

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