Venom Collection vol. 2: Protettore letale, la recensione

Abbiamo recensito per voi il secondo volume della Venom Collection, intitolato Protettore letale

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


Condividi

Venom: Lethal Protector #1, anteprima 01

Uniti da un odio viscerale nei confronti del Tessiragnatele, Eddie Brock e il simbionte alieno si sono uniti nel momento più drammatico delle rispettive esistenze. Eppure, dopo aver assistito al salvataggio dell'ex moglie per mano di Spider-Man, qualcosa nel V-Man è cambiato, spingendolo a stringere una tregua con lui e a tornare nella nativa San Francisco.

Nel secondo volume della Venom Collection, dal titolo Protettore letalePanini Comics ripropone le prime due miniserie dedicate al personaggio creato da David Michelinie e Todd McFarlane, originariamente pubblicate nei primi anni ’90 su Venom: Lethal Protector e Venom: Funeral Pyre.

Per la prima volta nei panni del protagonista, Venom si trova suo malgrado al centro di pericolosi intrighi: nel primo racconto deve sventare le macchinazioni di un gruppo di industriali decisi a mettere le mani su un tesoro sepolto. Mr Treece e i suoi scagnozzi non sono l’unico pericolo, dato che, per proteggere la comunità che vive nel sottosuolo, Eddie deve affrontare anche l’organizzazione nota come la Fondazione. Nel frattempo, anche Spider-Man è giunto a San Francisco, incerto delle reali intenzioni della sua nemesi.

Il team creativo della testata ammiraglia del Tessiragnatele, composto dal già citato David Michelinie e da Mark Bagley, firma la miniserie che dà il titolo al volume. Senza troppi indugi, lo scrittore statunitense ci conduce al centro di un intreccio ben articolato, durante il quale inizia a svelare alcuni retroscena sul passato di Eddie. Sfruttando il gancio offerto dalla presenza dell'Uomo Ragno, la miniserie riesce ad alternare divertenti gag tra i due ex rivali a intense battaglie, mantenendo vivo l'interesse del lettore con colpi di scena e trovate a effetto.

Venom: Lethal Protector #1, anteprima 02

Complessivamente, la storia risulta ancora oggi piacevole, attenta a sfruttare il dinamismo della narrazione a discapito dell’approfondimento psicologico dei personaggi, che di fatto - va detto - è abbastanza piatto. Se il ritmo del racconto è tenuto sempre elevato, lo stesso non si può dire della sua componente artistica: l'ottima prova di Bagley - artefice dell'iconica immagine del personaggio, bravo a intrecciare il suo ipertrofismo con la sinuosità di Spider-Man - non viene sostenuta da quella Ron Lim, autore delle scialbe tavole della seconda parte.

Si muove su coordinate similari Rogo funebre, con Carl Potts ai testi e Tom Lyle ai disegni. In questo caso, a fare da "spalla" a Venom troviamo Frank Castle, protagonista della collana Punisher War Journal, scritta - tra gli altri - dallo stesso sceneggiatore. Il nero simbionte e il suo ospite terrestre devono sedare gli animi rissosi di due gang rivali. Venom punta a salvare un giornalista infiltrato in una delle bande criminali, ma la tensione e l’escalation di violenza generata catturano inevitabilmente l’attenzione del Punitore.

L'incontro tra i due è sicuramente avvincente e adrenalinico per tutti e tre i capitoli della miniserie, rispettando i canoni narrativi di quegli anni. Lo sviluppo lineare permette alla preminente componente action di esaltare la coppia di antieroi in un fumetto che preferisce puntare sull'immediatezza che indugiare sugli aspetti psicologici del racconto. Purtroppo, le matite di Lyle non risultano invecchiate benissimo: il suo stile snodato e le scelte grafiche adottate non riescono a impressionare né a cogliere le peculiarità dei protagonisti.

Detto ciò, nonostante i limiti dettati dal tempo trascorso, le due miniserie riescono a offrici uno spaccato divertente e appassionante di Venom, e dunque questo cartonato non può che rappresentare un frammento importante da recuperare per ogni nuovo appassionato del personaggio Marvel.

[gallery columns="1" size="large" ids="237318,237317"]

Continua a leggere su BadTaste