Venom 1 - 2, la recensione

Abbiamo recensito per voi i primi due numeri del rilancio di Venom firmato da Cates e Stegman

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


Condividi

Venom #1, anteprima 03

Sulle pagine di Amazing Spider-Man #300, di David Michelinie e Todd McFarlane, fece il suo esordio Venom, villain in grado di sbalzare Goblin dal ruolo di nemesi del Tessiragnatele. Da quel giorno sono passati più di trent’anni e ora, sfruttando il traino della pellicola dedicata, la Marvel ha deciso di affidare la serie regolare del V-Man al nome più caldo dei comicsDonny Cates, scrittore che ha già firmato per la Casa delle Idee splendidi cicli di storie su Thanos e Doctor Strange.

Senza troppi indugi, Cates mette in chiaro la direzione che intende imprimere alla serie, bilanciando toni e atmosfere: oltre a valorizzare la componente psicologica con cui il giovane scrittore approfondisce l'altalenante relazione tra Eddie e l’alieno, il racconto punta a (ri)presentare elementi tipici del complottismo militare, ricollegandosi al periodo in cui il simbionte faceva coppia con l'agente Flash Thompson; inoltre, l’aura oscura che da sempre accompagna le pubblicazioni di Venom si tinge di misticismo ed esoterismo, a completare un quadro a dir poco avvincente.

Venom #1, anteprima 04

Quest’ultimo aspetto, in particolare, permette a Cates di gettare le basi per la costruzione di un’accattivante mitologia in cui inserire l’alieno Klyntar. Come già fatto con il Folle Titano e lo Stregone Supremo, lo scrittore di Redneck conduce il lettore in un dramma esistenziale di grande intensità che, mettendo in discussione e decontestualizzando il protagonista, ce lo restituisce decisamente più solido e affascinante.

Nonostante la necessità di dedicare diverse sequenze alla creazione del background narrativo, la lettura scorre intensa, senza registrare alcun calo di tensione: brutale e appassionante, la nuova incarnazione della serie di Venom convoglia l’immancabile componente action verso lidi inediti ma maledettamente convincenti.

Prezioso risulta il lavoro di Ryan Stegman, che contribuisce parecchio a rendere elettrizzante questo esordio: il disegnatore americano – recentemente apprezzato sul crossover Venom Inc. – riesce a coniugare l’ipertrofia del personaggio tipica degli anni ’90 con un gusto contemporaneo attraverso tavole fortemente espressive e dal taglio cinematografico.

Nel secondo numero, la testata edita da Panini Comics presenta la prima parte della storia Primo ospite, tratta dalla miniserie Venom: First Host, scritta da Mike Costa e disegnata dal veterano Mark Bagley. La vicenda è ambientata prima dei fatti di Rex e aggiunge importanti tasselli al passato e al presente del simbionte. In particolare, ripercorrendo a ritroso milioni e milioni di anni, lascia trasparire la voglia di ampliare lo cosmologia del personaggio, introducendo nuove, misteriose figure.

Quello di Venom è certamente uno degli esordi più convincenti dell’era Cebulski, e non possiamo che applaudire la volontà di Cates di sfruttare in maniera più organica un personaggio non sempre a fuoco, nel corso della sua storia editoriale, come dimostra il recente passato.

[gallery size="large" columns="1" ids="196907,196908,199895"]

Continua a leggere su BadTaste