Venezia 73 - I Magnifici 7, la recensione
Il film di chiusura del festival di Venezia è il remake di un remake che perde ogni sapore. I Magnifici 7 manca le fondamenta del west e non è mai epico
Il cowboy nero vestito di nero (una volta abbigliamento distintivo del villain come insegna Vera Cruz) è lo Yul Brinner di questa versione di I Magnifici Sette che perde per strada ormai qualsiasi riferimento a I Sette Samurai (incluso il bellissimo e complesso rapporto con i paesani, totalmente tradito). Gli altri indossano sempre gilet hipster, sono grossi con fisici molto moderni o ironicamente postmoderni come l’orso religioso di Vincent D’Onofrio. Sono forse gay ma soprattutto sono cinesi, indiani e messicani. Hanno tutto per essere moderni ma il film lo è molto meno di loro.
Privo di narrazione interna, il confronto tra i pochi e i molti diventa una grande sparatoria e bastaDel resto era difficile narrare qualcosa nel finale dopo che I Magnifici 7 non è riuscito a gettare nessuna base nel corso della sua storia, nemmeno con l'altisonante nome di Nic Pizzolatto in sceneggiatura. Il western è anche un genere di scelte morali, quello che per decenni è stato il fondamento etico del cinema americano. I cowboy si confrontano con i criminali per prendere decisioni, si contrappongono a sindaci spietati o comunità pavide, sono gli unici con la schiena dritta e tengono alta la bandiera della moralità in un mondo in cui è troppo conveniente ammainarla. I Magnifici Sette è la summa di tutto questo perché delle persone rischiano la vita per la convenienza di altri, ma in questa versione non capiamo come mai. Ad ogni nuova adesione non corrisponde una piccola storia individuale, una motivazione o anche solo una rivincita personale. I criminali, i bastardi e i cowboy si uniscono alla banda senza ragioni, si imbarcano in un’impresa che sanno essere mortale ma noi non capiamo perché. Addirittura, fallimento dei fallimenti, l’unico che sembra lottare con se stesso e animerà l’unico twist narrativo del finale lo fa in maniera totalmente immotivata.