Venezia 74 - La Forma dell'Acqua, la recensione
Guillermo Del Toro va a pescare nel fondo della storia del cinema per trovare il romanticismo di The Shape Of Water e sorprendere tutti. Un'altra volta
Comincia quindi all’insegna di un altro cinema e di mille ispirazioni uno dei film più in forma di un regista il cui ritorno era atteso da troppo tempo, uno che non era mai sceso così a fondo nel terreno del sentimentale, non aveva mai dimostrato di conoscere così bene i meccanismi dell’amore cinematografico.
Uno dei film più in forma di un regista il cui ritorno era atteso da troppo tempoTutto per dar vita alla storia di un personaggio marginale, una donna delle pulizia muta e sola, interpretata da Sally Hawkins (come sempre fantastica, perché non ha la considerazione che merita??) e qui simile ad una Maribel Verdù prima maniera. Lei lavora in un bunker del governo dove arriva in gran segreto un mostro. Tutti lo maltrattano e lo vogliono sezionare, lei di nascosto ci comunica senza parole.
Del Toro continua a guardare a Tim Burton, ma stavolta è quello miglioreE se stavolta si trova ai margini l’ambientazione storica, solitamente così importante nei suoi film (sarebbero gli anni ‘50 della guerra fredda) e solo perché schiacciata da un romanticismo devastante. A tenerla viva è solo il personaggio di Michael Shannon, frutto perfetto dell’American Dream, padre di due figli con moglie bionda e macchina nuova (un'intera scena è dedicata a come questo personaggio acquista un'auto), ossessionato dalla decenza e dall’essere per bene, quella regolarità e quell’inquadramento nel nome del quale è commessa ogni atrocità. In altri film sarebbe stata una componente fondamentale e forse doveva esserlo anche qui, almeno a giudicare dal tempo dedicatogli, ma è marginalizzata dalla maniera in cui Del Toro utilizza il passato del cinema per recuperare quel modo di mostrare e parlare di sentimenti che oggi sarebbe inaccettabile. Come già faceva La La Land, in un genere demodè (il monster movie), questo film trova la nostalgia dei sogni passati, lavora su un immaginario che percepiamo come lontano e da cui ci lasciamo travolgere oltre ogni resistenza, fluttuando come nel momento migliore di tutto il film, in una massa d’acqua al riparo da tutto assieme ad un amore impossibile e bellissimo, così a lungo atteso.