Venezia 74 - Ella & John, la recensione
Due anziani in fuga d'amore, Ella & John fa di una potenziale bomba di melassa uno studio acuto e commovente sulle basi reali di un amore inscalfibile
I perché e i per come del suo viaggio non sono mai davvero affrontati, perché il film sembra porsi continuamente una sola domanda: “Cosa è esattamente a tenere queste due persone innamorate realmente legate?” senza pretendere mai che il pubblico creda al sentimento che esiste tra i protagonisti solo perché è dichiarato. Al contrario ogni scena fa di tutto per dimostrare questo sentimento, per spiegarlo, analizzarne le cause ed effettivamente palesarlo allo spettatore con una varietà di idee e trovate tale che meraviglia come non sfocino mai nella retorica.
Un traguardo impensabile: trasformare un’idea senile e sempliciotta, in un film complicato e ambiziosissimoCome sempre in Virzì non c’è niente su cui non si possa ridere e la commedia non è mai sinonimo di ridicolo, anzi ogni debolezza e ogni problema comico portano più empatia verso i personaggi, gli donano un’umanità fragile che li nobilita, avvicinandoli a noi invece di farne dei clown.
Helen Mirren e Donald Sutherland, in forma come non li vedevamo letteralmente da anniTramite loro Ella & John si può permettere l’inconsueta ma straordinaria decisione di puntare tutto sullo sguardo reciproco. Raccontarli a partire da cosa vede lei in lui, e cosa lui in lei.
Costantemente nelle scene i due si descrivono, si sistemano a vicenda, si raccontano agli altri lasciandoci intuire cosa nell’uno abbia fatto impazzire l’altro, cosa lo o la attiri, cosa li appassioni e continuino a cercare. Questo film così delicato che spiazza subito, commuovendo fin dai primissimi minuti, riesce a raggiungere quell’equilibrio che è l’El Dorado di ogni cineasta che ambisca a raccontare i sentimenti: fare di piccoli gesti la sintesi di sentimenti inspiegabili a parole. Basta che Ella metta gli occhiali a John mentre lui dorme o che lo descriva come un professore dignitoso, per suggerirci quanto sia innamorata di quel suo lato. E viceversa la stima che lui ha per l’anima dinamica di lei, così impervia ai suoi libri, così fieramente praticona e addirittura reaganiana, passa da ogni risposta affermativa e deferita di lui alle intemperanze di lei.
Che tutto ciò poi abbia addirittura la capacità di far sembrare quasi necessario il finale più emotivo è un dovere che nemmeno ci sentivamo più di pretendere.