Venezia 73 - São Jorge, la recensione
Ecco la nostra recensione di São Jorge di Marco Martins, film d'apertura della sezione Orizzonti del 73simo Festival del Cinema di Venezia
Jorge è il classico gigante dal cuore buono, cui la crisi rischia di portar via il figlioletto assieme all'ex moglie Susana (Mariana Nunes), disillusa e intenzionata ormai a tornare nel natìo Brasile, ripercorrendo al contrario l'iter del tradizionale flusso migratorio. Costretto dall'indigenza ad accettare di perdere dietro compenso gli incontri di boxe a cui partecipa, lo speranzoso protagonista si trova ben presto catapultato in un mondo che capovolge la sua quotidianità, costringendolo a ricorrere alla violenza per poter sperare di ottenere il danaro necessario a trattenere Susana e il bambino dall'espatrio.
Il tentativo di narrare una tragedia sociale - le cui ripercussioni si fanno sentire ancora oggi - attraverso il percorso breve e ineluttabile di un singolo personaggio, risulta compiuta senza cadute di ritmo, e la prevedibilità della caduta di Jorge non pesa sullo sguardo del pubblico; in un regime di relativa sobrietà drammaturgica, è ben inserita la scelta di privare lo spettatore di una conclusione esplicita. Il destino di Jorge resta sospeso dopo un ultimo, appena consolatorio sprazzo di gioia, mentre si avvia verso la propria esecuzione, congedatosi non solo dai propri cari, ma anche dalla vita. Una vita a cui nel piagato Portogallo del 2011, parola del film, era fin troppo facile rinunciare.