Venezia 73 - Pets: Vita da Animali, la recensione
Leggero e fresco, Pets di Chris Renaud e Yarrow Cheney affronta il tema, ben noto al cinema d'animazione, della collaborazione tra individui diversi alla ricerca di un amico scomparso
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Ormai da tempo, la Mostra del Cinema di Venezia è divenuta vetrina accogliente per generi un tempo ritenuti inadatti al festival cinematografico più antico e prestigioso del mondo. Spogliatosi di qualsivoglia pregiudizio relativo ai film d'animazione, ha annoverato negli ultimi anni i capolavori di Hayao Miyazaki (Il Castello Errante di Howl nel 2005, Ponyo sulla scogliera nel 2008, Si alza il vento nel 2013), così come Boxtroll di Graham Annable e Anthony Stacchi e il bizzarro, poetico Animalisa di Charlie Kaufman e Duke Johnson. Anche quest'anno, l'animazione arriva in laguna grazie a Pets: Vita da Animali, diretto da Chris Renaud e Yarrow Cheney, uscito negli Stati Uniti questo luglio e atteso nelle sale italiane per il prossimo 6 ottobre.
Occorre notare come Pets, al pari di molti classici d'animazione, trovi nei personaggi secondari i propri maggiori punti di forza. Non sono infatti né il terrier Max (doppiato in lingua originale da Louis C.K.) né tantomeno il rivale Duke (la cui voce è invece di Eric Stonestreet, il Cameron di Modern Family) a colpire e divertire lo spettatore, quanto piuttosto l'eterogenea truppa di amici che si lanciano alla loro disperata ricerca. Lo spirito eroico di individui del tutto inadeguati all'importanza della loro impresa è una grande costante dell'intrattenimento d'animazione (basti pensare a Madagascar o Alla ricerca di Nemo, che con Pets hanno in comune ben più della forma filmica cui appartengono); il film di Chris Renaud e Yarrow Cheney cavalca il topos, riuscendo tuttavia a evitare con leggerezza la trappola del già visto.
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Cavalcando ancora l'onda del successo derivato non solo dalla saga di Cattivissimo Me, ma soprattutto dalla gloria planetaria cui i piccoli minions - personaggi secondari giunti a meritare uno spi-off tutto loro - sono giunti nel corso degli anni, la Illumination Entertainment propone al pubblico un'opera semplice e spassosa, che ripropone situazioni già note al cinema d'animazione, riuscendo tuttavia a liberarle dalla polvere per renderle fresche e gradevoli.
Senza accampare pretese di innovazione, Pets si inserisce dunque in un nutrito gruppo di film accomunati da tematica e tono generale, intrattenendo con il tocco leggero di chi sa su quali cavalli puntare - o, piuttosto, quali cavalli creare - per conquistare l'attenzione del pubblico.