Venezia 73 - El Ciudadano Ilustre, la recensione - Articolo del 5 settembre 2016 - 193105
La provincia di El Ciudadano Ilustre è un incubo di conformismo che si ciba di sè e anche il cittadino più illustre che vi ritorna può vivere un inferno
Con un bravissimo protagonista (Oscar Martinez) attento a mostrare il misto di alterigia, snobismo e bisogno di conforto del suo personaggio, a guidare quasi ogni scena El Ciudadano Ilustre ha il suo pregio maggiore nell'unione tra sceneggiatura e scenografia, nella composizione attenta di ogni scena per fare in modo che le parole si accompagnino a costumi e luoghi, che lavorino per assonanza o contrasto.
Si ride in El Ciudadano Ilustre per un infisso in alluminio, per un quadro alla parete, per l'abbigliamento del sindaco, per la poca affluenza ad una lezione o per le espressioni vacue di un ventaglio di comparse che meriterebbero un premio se solo fossero attori. Non ci sono battute divertenti né gag fisiche, basta uno staccio di montaggio che va a parare nell’ambiente giusto per scatenare un’irrefrenabile risata colpevole ma sana. Addirittura, in uno dei momenti più esilaranti è una presentazione PowerPoint a fare la parte del leone, disegnata e messa insieme con un gusto kitsch che sfiora la perfezione.
La cosa meno rivoluzionaria, oggi, è ridere dei potenti, dei soliti noti e degli abbienti. La cosa più rivoluzionaria invece è puntare l’arma più potente di nuovo verso i più piccoli e per certi versi deboli, che lo stesso possono creare un inferno per i propri simili. Senza pregiudizi o pietismi di sorta Cohn e Duprat fanno proprio questo e lo fanno dimostrando di sapere di cosa parlano.
Anche perché in tutto questo il film sa innestare una storia che non risparmia il protagonista, una di cinismo vero che se bastona i provinciali, si lascia un po' di colpi (specie nel finale) per il pessimo intellettuale e la sua bieca seconda finalità. Nel mondo infame di El Ciudadano Ilustre non ci sono santi e, questo è il bello, non ci sono vere vittime, solo tanti piccoli carnefici che a turni si fanno del male e rendono impossibile la vita agli altri.