Quanto pesa fare del bene? Questa sembra essere la domanda alla base di
Wednesday, May 9, esordio cinematografico dell'iraniano
Vahid Jalilvand. Il peso della carità è al centro del film, costruito come un trittico che racconta tre storie: le prime relative a due donne in gravi difficoltà economiche, che rispondono a un annuncio pubblicato da un misterioso benefattore, che mette a disposizione una donazione di 10.000 dollari destinati a uno sventurato che verrà scelto attraverso un colloquio. Le speranzose protagoniste sono solo due tra le centinaia di reietti, malati, disoccupati e quant'altro che rispondono a un appello che rischia di portare più dolori che gioie all'improvvisato filantropo, Jalal, professore segnato da un traumatico lutto avvenuto anni addietro, e gravato ancora da un senso di colpa che è alla base della sua elargizione.
Alla porta dell'ufficio dell'insegnante si ritrovano quindi Setareh, fresca sposina incinta in cerca di soldi per ottenere la scarcerazione del marito, e Leila, ex fidanzata di Jalal ora alle prese con un marito invalido che potrebbe recuperare la salute con un costoso intervento. Il dilemma del professore è solo l'ultimo dramma, cronologicamente parlando, raccontato nel film, che ben ritrae un paese segnato da contrasti stridenti, con un oceano di disagiati la cui unica possibilità di miglioramento ricasca sulle spalle di poche, volenterose anime pie che suppliscono alle mancanze dello Stato.
La regia pulita di Jalilvand è completamente al servizio della storia, e racconta con sguardo lucido la difficoltà di una scelta che, invece che alleviare la sofferenza di Jalal, la accresce creando un dissidio domestico che lo isola sempre di più, e calamita l'attenzione del pubblico grazie a una storia semplice ma impeccabile nei propri incastri e nella vivida rappresentazione umana, supportata da un cast di attori di straordinaria duttilità ed efficacia.
Un esordio interessante e suggestivo, che brilla all'interno di una sezione, quella di Orizzonti, che quest'anno non sta regalando le sorprese a cui le precedenti annate ci avevano abituati.