Venezia 72 - Un Monstruo de Mil Cabezas, la recensione

La nostra recensione di Un Monstruo de Mil Cabezas, in concorso nella sezione Orizzonti a Venezia

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In Concorso nella sezione Orizzonti alla 72esima edizione del Festival di Venezia

È Un Monstruo de Mil Cabezas di Rodrigo Plà ad aprire il concorso Orizzonti della 72esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Il regista messicano arrivato al suo quarto film da regista imbastisce un violento caso di cronaca nera che denuncia le lacune amministrative ed apatiche di una compagnia assicurativa. La vittima delle negligenze è Sonia Bonet, una madre disposta a tutto pur di ottenere le cure necessarie al marito, impossibilitato a seguire una futura chemioterapia per l’inaccessibilità di un farmaco che, qualora fosse reperibile, darebbe sollievo al malato.

Sonia ha ipotecato la casa ed è speranzosa: il tumore non è in metastasi come dimostrano gli studi di un rinomato oncologo di Houston. Ma non basta esibire gli studi al dottore incaricato. Il mostro dalle mille teste è il sistema buracratico che si sazia di estenuanti attese agli sportelli, cortesie di circostanza, impedimenti e strutture a porte chiuse che sanciscono sin dal principio due categorie: chi ha la facoltà di aiutare e chi è invece alla ricerca di aiuto.

La pellicola tratta dall’omonimo romanzo di Laura Santullo fa correre e scalmanare la protagonista e il figlio adolescente per le vie della città nell’esasperato tentativo di raggiungere il medico che gli ha negato la visita. Lungo il tragitto l’inquadratura si priva delle sagome con dei fuori fuoco quasi volesse anticipare il delirio che ne segue. Una presa di posizione violenta come impugnare una pistola sembra restituire ordine al caos degli eventi: dottori e inservienti di colpo tornano disponibili e scattanti. E’ una corsa contro il tempo e nonostante tutto i malcapitati tenuti sotto ostaggio provano ancora a rimandare le scartoffie al lunedì. La situazione  è però cambiata irrimediabilmente quando lo sperimentale metodo aggressivo di Sonia si rivela essere più proficuo delle passate gentilezze. Un’arma da fuoco puntata divincola le teste dell’Idra rendendo possibile quello che poco prima era un traguardo lontano e sfiancante.

Complice un confezionamento thriller, Un Monstruo de Mil Cabezas smuove profondi interrogativi morali sull’umanità della società, la volontà di aiutare il prossimo declinata nella forma di una pressione alleviata, un peso in meno nella fase critica di una malattia.

Le lungaggini amministrative rimangono sfocate e fredde mentre è nitida la determinazione di una madre (i primi piani in camera car sono un campionario dell’inquietudine) che abbraccia una via distorta e antisociale. La cura risolutiva non è un impeto ancor più brutale e lesionista perché si torna alla motivazione iniziale, l’affetto per la propria famiglia e la tenacia materna che rimescola le priorità riconducendo le fatalità al singolo caso di una madre nel panico, di modo che il sistema ne esca ancora una volta intatto.

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