Venezia 72 - Un Monstruo de Mil Cabezas, la recensione
La nostra recensione di Un Monstruo de Mil Cabezas, in concorso nella sezione Orizzonti a Venezia
In Concorso nella sezione Orizzonti alla 72esima edizione del Festival di Venezia
Sonia ha ipotecato la casa ed è speranzosa: il tumore non è in metastasi come dimostrano gli studi di un rinomato oncologo di Houston. Ma non basta esibire gli studi al dottore incaricato. Il mostro dalle mille teste è il sistema buracratico che si sazia di estenuanti attese agli sportelli, cortesie di circostanza, impedimenti e strutture a porte chiuse che sanciscono sin dal principio due categorie: chi ha la facoltà di aiutare e chi è invece alla ricerca di aiuto.
Complice un confezionamento thriller, Un Monstruo de Mil Cabezas smuove profondi interrogativi morali sull’umanità della società, la volontà di aiutare il prossimo declinata nella forma di una pressione alleviata, un peso in meno nella fase critica di una malattia.
Le lungaggini amministrative rimangono sfocate e fredde mentre è nitida la determinazione di una madre (i primi piani in camera car sono un campionario dell’inquietudine) che abbraccia una via distorta e antisociale. La cura risolutiva non è un impeto ancor più brutale e lesionista perché si torna alla motivazione iniziale, l’affetto per la propria famiglia e la tenacia materna che rimescola le priorità riconducendo le fatalità al singolo caso di una madre nel panico, di modo che il sistema ne esca ancora una volta intatto.