Venezia 72 - Equals, la recensione
Esagerato, banale, naive, copiato e superficiale Equals riesce miracolosamente a guadagnarsi l'amore degli spettatori con meno pregiudizi e più pazienti
Eppure lungo le sue quasi due ore questo film apparentemente insalvabile, lentamente e con una coerenza che alla fine paga, dimostra il suo senso. I due pessimi Romeo e Giulietta di un futuro che coglie gli aspetti più abusati di 1984 di Orwell, cominciano a provare dei sentimenti perchè sono troppo fatti per stare insieme. Troppo. Si amano così tanto che il loro amore supera anche le droghe che prendono. Si amano così tanto da doversi vedere di nascosto anche se non sanno nemmeno che fare, perchè per tutta la vita sono stati educati a non avere contatti fisici, che in quel futuro sono illegali. C'è un mondo intero che li sorveglia e non vuole che stiano insieme ma loro non riescono a stare lontani.
Addirittura anche Kristen Stewart e Nicholas Hoult, che di certo non brillano per capacità di recitazione, creano una chimica non usuale. La coppia funziona, specie quando non parlano ma reagiscono in maniere iperboliche alle difficoltà che questo mondo che ce l'ha con il loro amore gli pone. Per questo Equals gira dalle parti di Romeo e Giulietta (pur rimanendo lontanissimo dalla sua complessità), perchè fonda il suo senso su un'idea giovanile ed esagerata di sentimento, sull'impressione di doversi battere contro la morale, l'autorità e l'ordine costituito per affermare una passione inestinguibile.