Venezia 71 - Tutto può accadere a Broadway, la recensione

L' esilarante commedia di Peter Bogdanovich, She's funny that way, omaggia la vecchia Hollywood e riscuote il plauso del pubblico del Festival di Venezia

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Prendete il miglior Woody Allen. Quello che vi suscita(va) la voglia di alzarvi in piedi durante le proiezioni per esplodere in un fragoroso applauso. Ecco, prendetelo e miscelatelo con una spruzzata di atmosfere stile vecchia Hollywood, aggiungete una manciata di cammei d'eccezione e otterrete She's funny that way, ultimo film di Peter Bogdanovich presentato oggi al Festival di Venezia. Tra imbarazzanti equivoci e scambi di battute al vetriolo, si ripercorre l'imprevedibile ascesa di Isabella (Imogen Poots), squillo col sogno di calcare la scena, a partire dal suo rendez-vous con Arnold (Owen Wilson), regista teatrale che con lei tradisce sua moglie Delta (Kathryn Hahn), grande amore di Seth (Rhys Ifans), istrionico protagonista della prossima piece teatrale di Arnold; piece scritta da Josh (Will Forte), fidanzato con la nevrotica psicanalista Jane (Jennifer Aniston) che ha in terapia sia Isabella che un suo anziano giudice suo cliente (Austin Pendleton), ossessionato dalle grazie della bella prostituta - o "musa", come preferisce definirsi.

Tutto, come detto, profuma del miglior Woody Allen: dalla scelta della biondissima protagonista alle musiche, alla fotografia e, ovviamente, all'ambientazione newyorkese. Il cast è un piacere per gli occhi e per la mente. Un primo, meritato applauso va alla venticinquenne Imogen Poots, vale a dire la versione britannica - e assai più brava - di Scarlett Johansson. Non sorprende Owen Wilson, perfettamente a suo agio nel ruolo - cucito su di lui - di goffo di fedifrago dal cuore d'oro. Svetta su tutti un eccelso Rhys Ifans, mai stato così spassoso e istrionico. Il film procede a ritmo sicuro inanellando una serie di gag deliziose, basate su una sceneggiatura brillante benché piuttosto prevedibile; ma a Bogdanovich non interessa tanto stupire quanto divertire, nella miglior tradizione di quell'età dell'oro della commedia hollywoodiana che è riuscito a omaggiare con classe e brio. E il tributo non è certo velato, a partire dalla lunga, pedissequa citazione del classico di Ernst Lubitsch Fra le tue braccia, che il romantico Arnold snocciola a Isabella durante il loro primo incontro.

Ma se non bastasse il fascino della vecchia Hollywood a motivare il vostro interesse, possiamo aggiungere - senza spoilerare - che il film pullula anche di riferimenti gustosissimi al cinema contemporaneo, sia attraverso frecciatine ai blockbuster sia grazie a cammei d'eccezione, tutti motivati e incastrati alla perfezione negli ingranaggi della trama. Basta poco a fare un gran film? Certo. Basta imparare dal miglior passato del cinema e adattarlo a un cast di fuoriclasse. Che sia poco o che sia tanto, il cinema italiano dovrebbe guardare con maggior attenzione a prodotti come She's funny that way; perché dimostra senza ombra di dubbio come l'umorismo elegante possa vincere sulla parolaccia, e un cast ben assortito abbia sempre la meglio sul divismo di stagione, pronto ad appassire alla prima folata di vento.

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