Venezia 71 - Le Dernier Coup De Marteau, la recensione
Le Dernier Coup De Marteau di Alix Delaporte è la pellicola più anonima e blanda di tutto il Concorso 2014. Veramente strano trovarla in competizione.
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Continua il momento Giffoni in Concorso a Venezia 2014.
Tutto il film è vissuto dal punto vista del giovane protagonista così come nel caso del superiore Sivas del turco Müjdeci.
Il problema della pellicola è che non ci sono problemi. Ogni nodo si scioglie con facilità. Ogni ostacolo si salta con leggerezza. Victor è un ragazzo cocciuto ma dannatamente perbene così come tutto un film che non puoi odiare ma nemmeno ricordare per più di 10 minuti netti dopo la sua visione. Il padre musicista burbero diventerà improvvisamente espansivo con il figlio di cui ignorava l'esistenza, la mamma malata prometterà di mangiare di più, la pseudo fidanzatina Luna (mai vista una storia d'amore adolescenziale più finta e patinata) capirà i tormenti del suo amato Victor mentre lui, il nostro protagonista, riuscirà a vincere tutto e tutti senza poi fare molto.
Dopo aver apprezzato la parte del limbo esistenziale vissuto da Messi prima dell'agognato contratto firmato con il Barcellona nel documentario di Álex de la Iglesia, è piuttosto assurdo e deludente vedere Victor ottenere tutte queste possibilità da calciatore professionista... senza mai dare l'impressione di valere un centesimo del campione argentino né in termini di voglia né in termini di capacità calcistica.
Molta Francia a Venezia 2014. Ma quantità non vuol dire qualità.
Vedere 3 Coeurs e Le Dernier Coup De Marteau per credere.
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Prima il bimbo con il cane (Sivas), poi l'adolescente con la madre malata magrissima e il padre direttore d'orchestra ciccione.
Le Dernier Coup De Marteau di Alix Delaporte è un film blandissimo che stupisce trovare nella competizione ufficiale del festival lagunare per quanto è didascalico, prevedibile, innocuo.
Il protagonista è Victor (Romain Paul, sosia di River Phoenix) talento adolescente del pallone (va sempre in giro con il numero 10 della maglia della nazionale francese del fu Zidane) con mamma malata, casa trasandata in riva la mare e un padre mai conosciuto arrivato a Montpellier per dirigere l'orchestra locale verso le noti sublimi della Sesta Sinfonia di Gustav Mahler.
Il problema della pellicola è che non ci sono problemi. Ogni nodo si scioglie con facilità. Ogni ostacolo si salta con leggerezza. Victor è un ragazzo cocciuto ma dannatamente perbene così come tutto un film che non puoi odiare ma nemmeno ricordare per più di 10 minuti netti dopo la sua visione. Il padre musicista burbero diventerà improvvisamente espansivo con il figlio di cui ignorava l'esistenza, la mamma malata prometterà di mangiare di più, la pseudo fidanzatina Luna (mai vista una storia d'amore adolescenziale più finta e patinata) capirà i tormenti del suo amato Victor mentre lui, il nostro protagonista, riuscirà a vincere tutto e tutti senza poi fare molto.
Dopo aver apprezzato la parte del limbo esistenziale vissuto da Messi prima dell'agognato contratto firmato con il Barcellona nel documentario di Álex de la Iglesia, è piuttosto assurdo e deludente vedere Victor ottenere tutte queste possibilità da calciatore professionista... senza mai dare l'impressione di valere un centesimo del campione argentino né in termini di voglia né in termini di capacità calcistica.
Molta Francia a Venezia 2014. Ma quantità non vuol dire qualità.
Vedere 3 Coeurs e Le Dernier Coup De Marteau per credere.