Venezia 70: Giovani Ribelli - Kill Your Darlings, la recensione [2]

Al suo esordio registico, John Krokidas confeziona un ritratto asciutto e fresco dei vati della beat generation...

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Uccidi i tuoi cari. Un titolo già stuprato dagli italici addetti ai lavori, che l'hanno astutamente convertito in un più ammiccante Giovani Ribelli, che strizza l'occhio all'orda selvaggia di adolescenti che accorreranno in sala curiosi di vedere una sorta di versione babbana di Harry Potter.

Già, perché Daniel Radcliffe studente della Columbia University in un film intitolato Giovani Ribelli potrebbe sembrare davvero un suo alter ego spogliato di mantello dell'invisibilità. Ma Daniel Radcliffe studente della Columbia University in un film intitolato Kill Your Darlings, uccidi i tuoi cari, è ben altra cosa. Rimanda immediatamente e senza ingannevoli strizzate d'occhio al fulcro del film, a quella rivoluzione estrema che accese gli animi di coloro che sarebbero diventati i pilastri della beat generation: Allen Ginsberg, William Burroughs, Jack Kerouac.

Sarà forse l'inevitabile paragone con lo sciatto didascalismo di Parkland; sarà che il regista, John Krokidas, firma con questo film la sua opera prima; insomma, i motivi possono essere molteplici ma questo Kill Your Darlings, pur non distaccandosi dai cliché più abusati delle biografie cinematografiche, dimostra una certa originalità formale, applicata ad una sceneggiatura piana e limpida, forse fin troppo. Non ci sono zone d'ombra nei personaggi che Krokidas ci mostra, tutti sono esattamente come ci vengono presentati; sappiamo chi abbiamo davanti a partire dalla prima apparizione, e questo non contribuisce a far appassionare alle tribolate vicissitudini dei protagonisti.

L'empatia però non manca, a dispetto di alcune innegabili leggerezze nella costruzione dei personaggi: laddove Burroughs, affidato all'ottima interpretazione di Ben Foster, scivola più volte nel macchiettismo, anche il Kerouac di Jack Huston non colpisce più di tanto, costituendo forse l'anello più debole del gruppo di futuri guru. Ma è nell'Allen Ginsberg di Daniel Radcliffe e nel Lucien Carr di Dane DeHaan che il pubblico più sentimentale può trovare un facile gancio. E al di là dell'ingenua trattazione di un'amicizia tanto intensa quanto pericolosa, il legame tra i due convince e funge da collante per l'intera storia.

Fa piacere notare come finalmente Radcliffe dimostri un'effettiva capacità attoriale in grado di affrancarlo dal ruolo che l'ha reso più famoso. Non c'è nulla della legnosità di Harry Potter nel giovane Ginsberg, e sebbene la sua carriera sia ancora tutta in salita, Kill Your Darlings è sicuramente un passo significativo e azzeccato, che apre al giovane attore inglese un orizzonte ben più ampio di quello offerto dalla sua precedente performance in The Woman in Black.

Un film imperfetto ma un esordio più che convincente, contraddistinto da scelte sonore e visive interessanti, che si spera siano prodromo di una promettente crescita artistica. Possiamo dirlo fuori dai denti, Krokidas ha già avuto più coraggio di buona parte dei cineasti visti quest'anno al Lido, e non certo per aver inserito il fu Harry Potter in una scena d'amore omosessuale.

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