Venezia 67 - Somewhere, la recensione

Un celebre attore sembra aver perso interesse nella vita e nel lavoro, mentre deve recuperare il rapporto con la figlia. Somewhere di Sofia Coppola è troppo superficiale per convincere...

Condividi

Recensione a cura di ColinMckenzie

Titolo Somewhere
RegiaSofia Coppola
Cast
Stephen Dorff, Elle Fanning, Karissa Shannon, Chris Pontius, Kristina Shannon
uscita03-09-2010La scheda del film

Si è molto parlato di Somewhere per il fatto che Sofia Coppola si sia ispirata alla vita del padre, Francis Ford Coppola. In questo senso, è rimasto celebre l'invito ricevuto da Coppola senior alla serata dei telegatti e qui riproposto. Mi chiedevo quindi se la regista avrebbe avuto il coraggio di premere l'acceleratore e di andare fino in fondo in questo racconto, senza cercare di addolcire la pillola.

L'inizio è fin troppo didascalico: la vita del protagonista è uno schifo, fatta di corse in macchina a vuoto, seguire belle donne sconosciute e assistere a spettacoli particolari nella sua camera d'albergo. Ma già qui si capisce che la regista non ha tantissime idee, considerando come prolunga eccessivamente le esibizioni delle ragazze.

Non si puo' certo negare che Sofia Coppola sia una regista in grado di mostrare una grazia notevole, come nella scena del pattinaggio (che tuttavia viene prolungata all'eccesso). E rimane sicuramente tra i migliori selezionatori di musiche/canzoni per i suoi titoli (peccato che qui di brani se ne sentano pochi).

Ma, viene naturale dire, tutto qui? Ok, molto alcool, sesso occasionale (esilarante), sessioni fotografiche un po' tese, conferenze stampa deliranti, macchine fuori posto. La parte in Italia rappresenta bene questo genere di cose: qualche graffietto ai nostri connazionali, ma nessuna cattiveria.

Sarebbe un po' come se Kenneth Anger avesse scelto di inserire nei suoi Hollywood Babylonia qualche aneddoto simpatico, e non storie tragiche di morte e (auto)distruzione. Liberissima la Coppola di voler raccontare vicende meno drammatiche, ma e' veramente cosi interessante? Qui si ha l'impressione di assistere a un making of adatto a fare da extra in qualche dvd (in particolare una sequenza di trucco).

Prima che qualcuno lo faccia notare, lo so che il punto è quello di mostrare la vita vuota e futile del protagonista attraverso tanti piccoli frammenti di esistenza assurdi e privi di significato. Ma sono decenni che i seguaci di Antonioni fanno lo stesso, quando un bravo sceneggiatore riesce a descrivere la stessa cosa in cinque minuti.

Peraltro, per riuscire nell'operazione ci vorrebbe un protagonista più complesso di quello interpretato da Stephen Dorff, che evidentemente deve apparire come una vittima passiva, incapace di dare una svolta alla propria vita, ma che in fondo è una bravissima persona (sara'...). Decisamente altra cosa la Fanning, che riesce a migliorare molte scene grazie alla sua presenza (quella in piscina è memorabile), e che nell'ultima mezz'ora riesce a infondere un po' di vita vera nel film, tanto da farti pensare che avrebbe dovuto essere lei la protagonista.

Ma anche un momento come quello del gelato (altro ricordo personale della Coppola), che avrebbe potuto essere fantastico, passa praticamente senza sussulti. E quale dovrebbe essere la visione caustica dei telegatti? Un balletto?

Sicuramente Somewhere troverà diversi estimatori, e qualcuno arriverà anche a parlare di una satira feroce. Peccato che una qualsiasi puntata di Entourage sia molto più cattiva. Inizio a temere che la Coppola abbia ormai poche cose da dire e che il meglio se lo sia sparato con i primi due film...

 IN DIRETTA DA VENEZIA 67: LO SPECIALE DI BADTASTE.IT

Continua a leggere su BadTaste