Venezia 67 - Miral, la recensione

Venezia 2010: Storia di Miral, giovane ragazza palestinese e della scuola per orfani che le ha salvato la vita. Il film di Julian Schnabel è troppo freddo per suscitare vere emozioni...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

Titolo Miral
RegiaJulian Schnabel
Cast
Freida Pinto, Willem Dafoe, Vanessa Redgrave, Alexander Siddig, Hiam Abbass
uscita03-09-2010La Scheda del Film  

Un regista/pittore americano che si cimenta con una storia su israeliani e palestinesi? Decisamente un compito impegnativo, ma d'altronde Julian Schnabel (nominato all'Oscar per Lo Scafandro e la Farfalla) non e' il tipo che si lascia intimidire dalle sfide.

La prima cosa che mi salta all'occhio è che il regista continua a sembrarmi un geniale dilettante, nel bene e nel male. E' in grado di mostrare uno stupro in maniera originalissima. O magari cita Repulsion di Polanski in maniera decisamente intelligente e con un montaggio fantastico.

Ma per il resto tante cose sanno di un eccesso di arte, che puo' essere apprezzata nella fotografia notevole, ma che provoca l'enorme difetto di non emozionare veramente. E visto che stiamo parlando di un conflitto enorme, del quale ci vengono mostrate tante tragedie, sentimenti fortissimi e situazioni estreme, una simile freddezza è difficile da accettare. E' un po' come se Schnabel avesse talmente paura di scivolare nel melodramma da attenuare il suo coinvolgimento, tentando magari di sfruttare le immagini d'archivio per non lasciarsi andare troppo. Insomma, uno sguardo intellettuale piuttosto che sensibile.

Per quanto riguarda il cast, Freida Pinto sara' sicuramente una bellissima ragazza, ma purtroppo non ha le capacità artistiche per reggere un ruolo del genere. Non c'è nulla di male nella sua intepretazione, ma una chance del genere andava sfruttata meglio, considerando la scarsità di ruoli femminili importanti in circolazione. E la maturazione della giovane Miral è fin troppo superficiale per convincere veramente, fatta semplicemente di musica, balli sulla spiaggia e una simpatica amica israeliana.

Non convince troppo neanche l'idea di affidare la sceneggiatura solo a Rula Jebreal, che mostra di non avere grande esperienza a riguardo. Ma d'altronde, l'impressione è che servisse più da canovaccio a Schnabel, che magari passa in rassegna rapidamente fatti importanti, mentre per arrivare al nocciolo della pellicola, ossia le scelte fondamentali di Miral, ci fa attendere più di un'ora.

Peccato anche non analizzare maggiormente la responsabile della scuola per orfani, in grado di creare una piccola oasi di speranza in mezzo all'inferno. Stupisce più che altro la descrizione dei personaggi, in particolare la visione manicheista degli uomini, che risultano o santi o stupratori.

Insomma, un film non riuscito. E che probabilmente non fara' molta strada...

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