Venezia 67 - Meek's Cutoff, La recensione

Venezia 2010: Il nuovo film di Kelly Reichardt, Meek's Cutoff, non si discosta dai precedenti lavori minimalisti della regista indipendente americana. Lasciate ogni speranza o voi che guardate...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

TitoloMeek's Cutoff
RegiaKelly Reichardt
Cast
Shirley Anderson, Paul Dano, Bruce Greenwood, Neal Huffuscita

Sarei un bugiardo se dicessi che attendevo con ansia questa pellicola. Non sono un grande ammiratore di Wendy e Lucy (anche se la Williams era brava) e ancora meno dell'insopportabile Old Joy, film in cui non succedeva una mazza.

Ci vuole poco per capire che anche in questo film l'andazzo non cambia. Lasciate ogni speranza o voi che guardate, qui siamo in pieno cinema punitivo a grado massimo di masochismo.

Anzi, la scelta della storie e dei protagonisti forse permette di superare i precedenti lavori. Qui siamo alle prese con dei coloni americani, peraltro ultra religiosi, che cercano la terra promessa e non riescono a trovarla. Potrebbe essere una storia appassionante, se la regista si degnasse di raccontarci qualcosa in più delle loro ambizioni e delle motivazioni che li hanno spinti in questa avventura. Ma, coerentemente con le sue opere precedenti, figuriamoci se lo fa...

Il protagonista rappresenta perfettamente la pellicola e la sua regista. Un imbecille razzista che fa finta di sapere dove sta portando queste persone, e ha anche il coraggio di lanciarsi in monologhi pseudofilosofici insopportabili e pretenziosi.

Cosa succede? I protagonisti si sono persi e sono indecisi se far fuori la guida. Questione interessante, ma se si è arrivati a questo forse continuare a seguirlo non è una grande idea. I fatti salienti? Trovano dell'acqua non potabile, stendono i panni, riparano i carri, fanno la maglia e tante altre cose 'avvincenti'. Alcune immagini di desolazione sarebbero anche interessanti, ma il tentativo apparente di seguire la scia di Peter Weir raramente riesce (forse la donna seduta sulla sedia sullo sfondo), mentre non facciamo che vedere luoghi poco affascinanti. E per un evento di qualche importanza, la cattura di un indiano, dobbiamo aspettare quasi un'ora.

Ammetto di essere uscito 20 minuti prima per tentare (senza successo) di vedere il documentario di Martin Scorsese su Kazan, ma da quello che mi è stato raccontato del resto del film non penso proprio che avrei  cambiato idea...

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