Venezia 67 - Machete, la recensione

Venezia 2010: Un ex poliziotto viene incastrato ingiustamente, la sua vendetta sarà spietata. Litri di sangue e miliardi di armi, il cinema di Robert Rodriguez forse non aveva mai divertito tanto...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

Titolo Machete
RegiaRobert Rodriguez
Cast
Danny Trejo, Robert DeNiro, Michelle Rodriguez, Jessica Alba, Lindsay Lohan
uscita2010La scheda del film  

Senza fare tanti giri di parole, diamo subito a Cesare quel che è di Cesare: Machete è quello che avrebbe dovuto essere Grindhouse, e che purtroppo non è stato.

Togliamo lungaggini infinite e personaggi poco avvincenti, qui c'è tutto quello che è necessario allo scopo: violenza, sesso (più suggerito che mostrato esplicitamente, ma comunque le donne di Robert Rodriguez funzionano bene in questo genere di film), azione e soprattutto un protagonista che rischia di diventare una leggenda.

L'interpretazione di Danny Trejo è quello che serve a un prodotto di questo tipo. Meglio: basta il suo corpo e il suo volto per dar vita a un personaggio carismatico. Tutto il resto sono armi meravigliose utilizzate in maniera divertentissima e battute folgoranti da ascoltare magari in lingua originale.

E che dire di Robert DeNiro? Dopo l'infinità di ruoli inutili degli ultimi tempi, finalmente un personaggio che è degno della sua storia prestigiosa: un senatore razzista e senza scrupoli che funziona alla grande, e a cui viene riservato un acuto finale. Peraltro, si potrebbe sostenere che Steven Seagal è quasi (quasi, non esageriamo) bravo come attore - diciamo che il suo lo fa con grande dignità.

Anche le attrici funzionano meravigliosamente bene. Le tre protagoniste (Jessica Alba, Michelle Rodriguez e Lindsay Lohan), nonostante siano ovviamente al servizio di una storia in cui la loro gnoccaggine rappresenta una componente fondamentale (soprattutto per la Lohan, discretamente generosa con la cinepresa), riescono comunque a ritagliarsi delle scene madri che ci ricorderemo a lungo, e soprattutto a non risultare dei personaggi monodimensionali e facili.

Sarebbe semplicistico dire che la trama è delirante e che va avanti più a scene clou che attraverso uno sviluppo lineare. Chi se ne frega, se comunque in un film volutamente cazzone come questo si riescono anche a dire cose importanti sull'immigrazione e la politica. E, incredibilmente, anche i nudi da exploitation non sembrano (troppo) gratuiti. Sequenze da antologia? All'ospedale senza alcun dubbio, ma soprattutto il prologo di cinque minuti, che è assolutamente perfetto per consentirci di entrare nelle vicende dei protagonisti e nel mood della storia.

Insomma, la speranza è che le avventure di Machete non finiscano qui. E che il nostro eroe continui a uccidere anche nei prossimi anni...

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