Venezia 67 - La Versione di Barney, la recensione

Venezia 2010: Vita di Barney Panofsky, delle sue tre mogli e dei suoi problemi con le donne. Dal libro di Mordecai Richler, un adattamento completamente sbagliato e insulso...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

Titolo La versione di Barney
RegiaRichard J. Lewis
Cast
Paul Giamatti, Dustin Hoffman, Minnie Driver, Rachelle Lefevre, Rosamund Pike
uscita2010 

L'adattamento della versione di Barney era uno dei lavori più attesi dagli appassionati di letteratura. Il dubbio era se i realizzatori sarebbero riusciti a mantenere lo spirito del libro intatto, mentre Paul Giamatti aveva il compito, impegnativo ma anche esaltante, di dar vita al mitico Barney Panofsky.

Purtroppo, tra i tanti possibili problemi che poteva avere la trasposizione di questo romanzo, si finisce con il peggiore risultato possibile. Il film è infatti moscio, moscissimo, e purtroppo il mio giudizio non è un rozzo doppio senso.

Ricordate la cattiveria del libro, il suo essere completamente fuori dagli schemi e sbattersene del politically correct, soprattutto con il suo protagonista Barney, che non manca mai di fare commenti sessisti e razzisti? Meglio dimenticarselo, perchè quello mostrato dalla pellicola è un altro Panofsky.

Un altro elemento fondamentale che manca è la malinconia. Il tentativo di farla emergere c'è sicuramente, ma è impossibile parlare di successo. Probabilmente, il fallimento in questo senso dipende dall'incapacità di farci provare qualcosa di forte per il protagonista, per cui non avvertiamo sentimenti importanti.

Non è una critica a Paul Giamatti, che conferma di essere stata una buona scelta. Ma non è lui da solo che può costruire un personaggio avvincente, senza che la regia e la sceneggiatura gli forniscano gli strumenti necessari.

Per chi vuole un po' di pepe, c'è il padre di Barney, interpretato da un notevole Dustin Hoffman, a cui vengono regalate le battute migliori della pellicola, come un discorso feroce sulla vita matrimoniale. In effetti, sono i comprimari ad avere a disposizione i momenti più efficaci (comunque pochi) del film, non un bel segnale.

Ma con una regia così piatta e banale, opera di Richard J. Lewis, è inutile sperare in qualcosa di più di una commedia sentimentale scialbetta, con al massimo qualche battuta sul sesso più o meno efficace, che alla fine vira sul drammatico. 

Così, inutile preoccuparsi troppo se Parigi è stata sostituita con Roma, visto che l'effetto è da cartolina neanche affascinante, con i soliti luoghi noti sfruttati male. Alla fine, la pellicola risulta allo stesso tempo troppo lunga, ma anche assolutamente superficiale.

In confronto, i fallimenti di Barney con le donne risultano quasi accettabili...

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