Venezia 67 - I'm Still Here: The Lost Year of Joaquin Phoenix, la recensione

Venezia 2010: Vita e carriera di rapper dell'attore Joaquin Phoenix. Il dubbio che si tratti di un documentario reale o finto non si pone nemmeno: si tratta semplicemente di una vaccata senza senso...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

Titolo I'm Still Here
RegiaCasey Affleck
Cast
Joaquin Phoenix, Kellie Coffey, Geoff Koch, Carolyn Dawn Johnson, Wayne Kirkpatrick
uscita2010La scheda del film  

Non c'e' dubbio che I'm Still Here fosse uno dei titoli più attesi della Mostra. Dopo aver sconvolto il mondo con la sua apparizione da David Letterman, il tentativo del celebre attore di iniziare una carriera nel mondo dell'hip hop ha provocato più risse che successi.

D'altra parte, la visione del prodotto doveva confermare o smentire l'ipotesi che abbiamo fatto in molti, ossia quella di uno scherzo  (neanche tanto) elaborato per dar vita a un documentario firmato Casey Affleck.

Che dire? I'm Still Here fa incazzare. Se fosse un vero documentario, sarebbe il peggior spreco di talento che abbia mai visto. Ma essendo una messinscena fatta malissimo, il problema non si pone neanche.

E' incredibile fare qualcosa del genere e riuscire a sbagliarlo completamente. Intanto, la durata. Come si fa a pensare che si possa reggere oltre 100 minuti, soprattutto considerando che il copione è sempre lo stesso (Phoenix che dice e fa cose senza senso)? E poi, non si capisce che riempiendo il lavoro di assurdità, è impossibile credere minimamente a quello che si sta vedendo? Tanto per fare un esempio, è credibile che Phoenix sia un chiaccherone per tutto il film e poi andando da Letterman faccia scena muta? O quando si mette a a piangere, uno dei tanti esempi di pessima recitazione da parte sua? No, ovviamente. Ed errori del genere sono la norma, non l'eccezione.

E veniamo al complice di questa porcata. Chiaramente, Casey Affleck non ha la minima idea di come gestire la materia, ma almeno una visione attenta (e non solo per copiare qualche scena) a This is Spinal Tap la poteva dare, magari avrebbe imparato qualcosa. Per esempio, a non montare eccessivamente il lavoro, perdendo l'elemento di (presunto) realismo che dovrebbe trasmettere il film.

Inoltre, un buon regista spiega ai suoi attori come recitare risultando credibili, cosa che qui non avviene. E d'accordo voler rischiare massacrando la propria star, ma certe dichiarazioni sono talmente paranoiche e da asshole da risultare semplici cliché. Insomma, chi può credere veramente a certe tirate piene di invidia sui suoi colleghi attori?

Mette un'enorme tristezza pensare che un capolavoro come Two Lovers sia stato danneggiato per realizzare questa schifezza. A questo punto, il dispiacere per l'eventuale fine della carriera di Phoenix è decisamente attenuato. Sperando che quella di Affleck come regista non inizi mai...

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