Venezia 67 - 13 Assassins, la recensione

Venezia 2010: Giappone, secolo XIX. Uno spietato signore uccide i suoi sudditi senza pietà, finché un gruppo di samurai non decide di ribellarsi. Qualche sbavatura, ma momenti fantastici nel film di Takashi Miike...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

Titolo13 AssassinsRegiaTakashi MiikeCastKôji Yakusho, Takayuki Yamada, Yûsuke Iseyauscita

Dopo essermi esaltato per Zebraman 2, era forse troppa grazia chiedere a Takashi Miike di fare il bis. D'altra parte, se quel titolo rappresentava il suo stato di forma attuale, si poteva ben sperare.

Fin dall'inizio, si precepisce una differenza evidente. Dove quella pellicola era un trionfo di soluzioni particolari e gioiosamente sregolate, qui si punta a un rigore formale molto rigido, con ampio utilizzo di macchina fissa e montaggio molto pacato (tranne nelle scene d'azione, comunque girate senza eccessi e decisamente chiare).

Nonostante la netta diminuzione di sangue, Miike è in grado di costruire un villain fantastico. Merito di alcune scene perverse, in cui l'estrema semplicità della messa in scena rende ancora più spaventosa la malvagità mostrata, senza peraltro che la serie di efferatezze provochi noia o fastidio.

Ma quello che importa sono soprattutto le idee. E qui sono fantastiche sia quando si tratta di comunicare qualcosa in maniera originale ("massacro totale") sia quando servono a rendere una battaglia lunghissima appassionante e coinvolgente.

In tutto questo, non mancano immagini potentissime, come un uomo che brucia e che viene trafitto da una spada. O l'arrivo furioso di un gruppo di animali, sempre legato al fuoco. Senza dimenticare mai di inserire qua e la' dei bei tocchi di ironia.

E' indubbio che la pellicola abbia dei seri momenti di stanca verso la metà, momento in cui è difficile mantenere desta l'attenzione. Ma con una seconda parte esaltante e un finale pressochè perfetto, direi che la giornata Miike a Venezia è stata un trionfo...

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