Velvet vol. 2: Le vite segrete dei morti, la recensione
Abbiamo recensito per voi il secondo volume di Velvet firmato da Ed Brubaker e Steve Epting: Le vite segrete dei morti
Velvet è dunque più che mai determinata a scoprire la verità dietro la morte del suo compagno, e a trovare le risposte alle tante domande che l'hanno posta in una situazione assai spiacevole. All'interno del mondo dello spionaggio brittanico e internazionale vi sono infatti pericolose verità nascoste, che attendono solo di essere svelate. Costi quel che costi. In una missione quanto mai difficoltosa e globale, Velvet dovrà capire chi è la talpa all'interno dell'ARC-7, anche a costo di stringere pericolose alleanze. In una trama fitta e pericolosa come una ragnatela, al centro della quale non si sa ancora cosa vi sarà, la protagonista dovrà cercare di essere il ragno che tira i fili, piuttosto che la preda che, intrappolata e senza via di scampo, attende solo la sua fine.
Brubaker, un nome che di certo oramai si presenta da solo (specie alla luce di quanto fatto dallo scrittore su Daredevil e Captain America, portando il giallo, il noir e l'hard-boiled nel mondo del fumetto dei supereroi in modo moderno e armonioso), è oramai un maestro nel saper dar vita a entusiasmanti vicende umane cariche di mistero, intrighi, e dosati e sensati colpi di scena, il tutto riuscendo a porre i fili della sua fantasia in un contesto (globale) assolutamente realistico, cosa che dimostra che l'autore è un grande appassionato e studioso della Storia, in particolare di quella moderna. Se a questo aggiungete che la protagonista creata da Brubaker è uno dei personaggi femminili più genuini e tosti (oltre che atipici) visti negli ultimi anni sulle pagine dei fumetti, la bontà qualitativa intrinseca di questa serie vi sarà facilmente manifesta: Velvet Templeton non è solo una credibilissima versione di James Bond con cromosomi XX in ognuna delle sue cellule, ma possiede anche un insieme di sfaccettature caratteriali, persino spigolose, che la rendono davvero umana. Un ulteriore miglioria apportata da Brubaker in questo volume è quella che vede il POV (Point Of View, Punto di vista) della narrazione spostarsi anche ad altri personaggi, in questo caso L'Agente Colt e il Sergente Roberts, cosa che ci permette di avere più prospettive e cogliere più sfumature di questa storia, che si muove, inoltre, continuamente e fluidamente non solo nello spazio (vi sono diverse location) ma anche nel tempo, mostrandoci più scorci del passato, prossimo e remoto.
In conclusione, Velvet è un fumetto davvero apprezzabile, e una spy-story imperdibile per tutti gli appassionati di questo genere narrativo, e il potenziale di crescita per i prossimi capitoli è davvero altissimo.