Veil, la recensione
Abbiamo recensito per voi Veil di Greg Rucka e Toni Fejzula, miniserie Dark Horse edita in volume da Star Comics
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
All'interno della giovane collana Star Comics Presenta, dedicata in prevalenza a comics americani e bande dessinée franco-belga, la casa editrice perugina ha da poco pubblicato Veil, volume che raccoglie la miniserie di 5 numeri uscita negli States per Dark Horse.
Lo scrittore californiano è abilissimo nel suggerire che si tratti di un personaggio particolare, non umano e dotato di poteri insoliti che governa con assoluta naturalezza e ingenuità. Nel primo capitolo ne abbiamo due esempi eclatanti, soprattuto nel finale, ma è tutto il racconto a lasciare una sensazione di incertezza e ad accendere così un sana fame di lettura. Questo sentore accompagna il lettore per tutta la vicenda, che esplode poi in modo inconsueto e imprevedibile.
L'elemento cromatico ricopre un ruolo cruciale nella forza di queste straordinarie tavole. Contiene la giusta tonalità di scuri per una trama che deve trasmettere angoscia e brivido, ma vi è una continua alternanza di tinte più tenui, viola, turchesi, bordeaux, rosa, che balenano letteralmente in ogni vignetta, infondendovi una vivacità elettrica, pulsante. La somma estetica è impressionante per efficacia ed eleganza.
Veil è un senza dubbio una storia horror, sovrannaturale ma con alcuni elementi presi in prestito dal noir metropolitano moderno. È un'opera di indiscutibile valore che trova la sua logica collocazione irrompendo in un mercato dominato dalla Image Comics in quanto a qualità. Rucka e Fejzula hanno fatto sì che possa esserci un seguito a questo racconto, che appare quasi uno storyarc di un più lungo percorso. La voglia di proseguirlo è tanta dopo questa prima esperienza.