Valzer con Bashir

Un regista ricorda il suo periodo nell'esercito durante la guerra in Libano negli anni ottanta. La fusione tra documentario e cartone visionario non sempre è perfetta, ma ci sono diversi momenti straordinari...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

TitoloValzer con BashirRegiaAri Folman
Voci originali
Ron Ben-Yishai,    Ronny Dayag, Ari Folman, Dror Harazi,Yehezkel Lazarov, Mickey LeonUscita9 gennaio 2008 

E' facile parlare di Valzer con Bashir come di una pellicola di grande attualità. Facile, ma in parte sbagliato. La pellicola racconta infatti di un massacro durante la prima guerra in Libano, avvenuta nel 1982, di civili innocenti realizzato sotto lo sguardo compiaciuto/indifferente/complice delle truppe israeliane. Per quanto sia comodo vedere dei punti di riferimento, non è il caso di confondere l'attacco a Gaza attuale, che storicamente è ben diverso.

Quello che invece rimane di attualità è lo sguardo verso la guerra di qualcuno che l'ha fatta veramente e che può esprimere nel modo migliore tutto l'orrore e la stupidità di un conflitto. Valzer con Bashir probabilmente si è conquistato un posto tra le pellicole belliche che maggiormente rimangono impresse allo spettatore e che tra 50 anni verranno considerate dei classici. Ma se questo vi fa pensare a una pellicola ultrarealista, è il caso di cambiare decisamente idea.

Valzer con Bashir è senza ombra di dubbio una delle pellicole più visionarie degli ultimi anni. Grazie a delle immagini oniriche di incredibile potenza (dei cani inferociti, un'immensa donna nuda in mare, degli uomini che emergono da una spiaggia), il film riesce a risultare a tratti particolarmente inquietante, in altri casi quasi ironico. In effetti, la particolarità di questa pellicola (e che lo rende per certi versi simile a un titolo come Apocalypse Now) è riuscire a rendere 'incredibili' e visionari anche dei momenti realmente avvenuti. Penso al ritorno a casa del protagonista, alla 'videocassetta' e al valzer che dà il titolo al film. Ma forse il momento più memorabile è la macchina che non si riesce a colpire, una metafora perfetta del lungo conflitto tra palestinesi e israeliani.

Forse, funziona meno la parte più spiccatamente documentaristica, che in un certo senso soffoca la grande immaginazione visiva ed espressiva del realizzatore. Così come è discutibile la scelta delle immagini finali, che probabilmente dividerà gli spettatori in due. Di sicuro, il film raggiunge le vette migliori arrivati a metà durata, in particolare in una scena con in sottofondo i Pil di Johnny Lydon (scelta fantastica per quanto riguarda paranoia e inquietudine), peraltro in una colonna sonora notevole.

Una menzione importante va al lavoro svolto a livello tecnico. E' chiarissimo che il budget della pellicola non è imponente e questo è evidente in certi movimenti rigidi dei personaggi. Ma lungi dall'essere un difetto, questo handicap risulta quasi proficuo per la pellicola, a cui conferisce un tono particolare e nervoso decisamente adatto. E comunque, anche così il lavoro sulla fotografia è notevole e assolutamente non banale, come avviene pertanti piccoli particolari (il sangue buttato a secchiate, un carro armato che distrugge qualsiasi cosa che incontra) che ci aiutano a capire meglio l'atmosfera della situazione. L'impressione, peraltro, è che un film del genere andrebbe ascoltato con le voci originali. Il doppiaggio italiano è discreto, ma visto che in quel caso c'erano le voci delle persone reali che raccontano questi fatti, non sarebbe stato male poterselo godere in quel modo.

Insomma, Valzer con Bashir è sicuramente uno dei principali contendenti all'Oscar per il miglior film straniero. Da quel poco che ho visto nella categoria, anche il più meritevole...

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