Valkyria Revolution, la guerra è cambiata - Recensione
La recensione di Valkyria Revolution, spin-off della serie SEGA
Eppure, e non solo nel primo impatto, Valkyria Revolution ha elementi che innegabilmente lo rendono produzione affascinante, persino avvincente, per chiunque vi si approcci. Dal filmato introduttivo alle prime schermate di gioco che introducono le premesse della storia traspare un'impostazione narrativa che va ben al di sopra della classica contrapposizione bene contro male, anzi per buona parte della sua progressione il giocatore non può fare a meno di nutrire sospetti sui cinque personaggi che hanno in maniera sotterranea scatenato la guerra tra lo Jutland e l'Impero Ruz. Di uno in particolare, Amleth, protagonista del gioco, insieme alla principessa Ophelia, capitano di una squadra speciale dell'esercito di Jutland, si seguono le gesta, interrogandosi costantemente sulla validità delle sue azioni, sul confine del suo desiderio di vendetta, che porta una intera nazione in guerra. Amleth e i suoi quattro compagni, i Cinque Traditori, compongono una prima fazione, dal misterioso agire, la principessa Ophelia e i soldati di Jutland, ovvero i buoni, la seconda, l'Impero Ruz, i cattivi, una terza, ma nella loro rappresentazione e nel loro interagire ci sono mille sfumature.
Come questi intrecci, che vanno a comporre una storia veramente interessante, vengano presentati al giocatore è il primo passo falso del gioco. La componente narrativa occupa una importante porzione dell'esperienza tutta, le scene di intermezzo sono frequenti e spesso anche abbastanza lunghe, i dialoghi, per quanto scritti benissimo, possono risultare tediosi nella loro pomposità. Vista la qualità del racconto il giocatore lo segue con una certa attenzione, ma arriva sempre il momento nel quale sente la necessità di smettere di leggere e di entrare in azione; quasi sempre si ritrova poi tra le scatole un altro intermezzo narrativo. Il limite di sopportazione è certamente soggettivo, ma Valkyria Revolution fa di tutto per portare il fruitore sul suo orlo.
"Il gameplay, tranne che negli appassionanti scontri con i boss, risulta abbastanza piatto, il livello di sfida è basso, una ribaltamento totale rispetto a quanto mettevano in campo gli episodi della serie regolare"[caption id="attachment_174689" align="aligncenter" width="600"] Il cast di personaggi è ben composto[/caption]
E' chiaro quindi come in un simile scenario possano fare poco gli evidenti meriti nella direzione artistica e nella colonna sonora per alzare il valore assoluto della produzione, anche perché piccole note di demerito sono esprimibili anche a loro riguardo. Il Canvas Engine ritorna a pennellare personaggi e ambientazioni come se fossero su tela, peccato che il gioco appaia grezzo in aspetti come la modellazione poligonale e le animazioni, la colonna sonora presenta brani validisimmi, ma giusto un paio rimangono impressi. Valkyria Revolution è quindi produzione con evidenti limiti, possiamo immaginare che qualcuno possa comunque fruirne con interesse, soprattutto riguardo la sua storia, piuttosto che per il suo gameplay, ma sono troppi gli elementi che la tengono ben salda al terreno, impedendole di spiccare il volo.