Valerian e La Città Dei Mille Pianeti, la recensione
Concepito benissimo attorno a due protagonisti eccezionali, Valerian e La Città Dei Mille Pianeti non riesce mai ad essere quello che vorrebbe
Besson ha deciso innanzitutto di dividere il film in due parti di cui la prima, introduttiva, mostra un’avventura tipica da Valerian e Laureline, tutta fondata su un’invenzione visiva niente male (Valerian è in un luogo ma agisce in un altro, si muove in un deserto ma le sue azioni hanno effetto in un mercato, Laureline lo può aiutare solo in una delle due dimensioni). La seconda invece è più dedicata al vero intreccio, cioè alla scoperta di cosa ci sia nella zona radioattiva che il governo della stazione Alpha considera una minaccia, chi voglia a tutti costi recuperare l’animaletto che moltiplica qualsiasi cosa (il McGuffin del film, preso pari pari dal fumetto) e come mai Valerian abbia avuto una visione ad inizio storia.
Al suo secondo vero, grande film di fantascienza, Besson gira una versione migliorata di Il Quinto Elemento sotto tutti i punti di vista, dal ritmo alla credibilità. Soprattutto trova e scrive due protagonisti eccezionali, molto migliori dell’avventura banale e poco suggestiva in cui sono inseriti ma allo stesso livello degli sfondi e della computer grafica in cui sono immersi. Valerian è un eroe maschile poco convenzionale, perché un po’ scemo eppure abile, ammirevole per certi versi ma poi incapace su altri (bravissimo Dane DeHaan a creare quest’ibrido senza sconfinare nella cretineria pura), e Laureline invece è l’aggiornamento dell’eroina bessoniana, determinata, sicura di sé e pronta a menar le mani, con una durezza costante che non la rende però antipatica (onore al merito a Cara Delevingne) e dei cedimenti sentimentali che non comunicano mai fragilità, anzi sono i suoi punti di forza!
Se solo il resto dei personaggi (a partire dal terribile comandante di Clive Owen) e l’intreccio fossero stati almeno complessi e stratificati come i due protagonisti, magari Valerian e La Città Dei Mille Pianeti sarebbe anche potuto essere un gioiello.