Vagabond Deluxe 35, la recensione

Abbiamo recensito per voi Vagabond Deluxe #35, nuovo capitolo dell'epopea di Musashi Miyamoto raccontata da Takehiko Inoue

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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- Sei Musashi Miyamoto, il più grande spadaccino dei nostri tempi. Che ci fai a zappare i campi?

- Io non voglio essere più forte di qualcuno. Voglio essere forte e basta.

In questo dialogo è riassumibile il senso del trentacinquesimo numero di Vagabond Deluxe, l'edizione panini del manga d Takehiko Inoue più fedele a quella originale giapponese. Musashi è tornato a farsi chiamare Takezo e, protetto dall'anonimato, sta cercando di guarire dalla terribile ferita alla gamba eredità dello scontro con gli ottanta spadaccini della Yoshioka. Ma, mentre mezzo mondo lo cerca, che sia per sfidarlo e ucciderlo o per offrirgli un posto da maestro di katana in un ricco castello, l'unica cosa che interessa a lui è domare la furia delle piene di un fiume, trasformare il piccolo orfano Iori in un vero contadino e il campo pieno di sassi di sua proprietà in una risaia.

Inseguito dalla sfortuna, incapace di cambiare davvero la propria natura, temuto dagli abitanti del villaggio e visitato dai briganti, Musashi non sembra proprio trovare un posto nel mondo, figuriamoci la vera e autentica pace interiore che gli servirebbe per tornare a contatto con il proprio io più spontaneo per avere la chance di essere all'altezza di colui che solo considera alla propria altezza, anzi superiore a lui: Kojiro Sasaki. Libero come l'acqua, in grado di adattarsi ad ogni situazione senza però alterare la propria natura, il ronin sordo sembra essere in possesso di un segreto fondamentale, che Takezo conosce ma non riesce ad afferrare fino in fondo. Musashi ha capito come bisogna essere per diventare forti (non più di qualcun altro, forti e basta), ma non riesce a tradurre la consapevolezza in pratica di vita. Che domare il fiume possa essere il primo passo per essere anche lui libero e flessibile come l'acqua?

Continua a preparare lo scontro, Takehiko Inoue, da poco tornato, dopo l'ennesima interruzione, alle pagine del suo manga storico. La sensazione è che ormai manchi poco: le pedine vengono posizionate sulla scacchiera, in attesa del confronto. La pausa riflessiva di Musashi non può durare ancora molto, anche perché, sebbene sorretto da disegni di qualità intonsa e assoluta, questo volume si presenta come un capitolo di passaggio se ce n'è uno, facendo temere che la narrazione possa arenarsi più del dovuto su questa situazione statica. Non aiuta, ovviamente, la mancanza di costanza del mangaka di Slam Dunk. Gli appassionati della serie, comunque, sono abituati da tempo alle considerazioni filosofiche che ispirano l'intera serie, ispirate alla dottrina che il vero Musashi Miyamoto divulgò nel suo Libro dei Cinque Anelli. Forza, maestro Inoue. Se le forze ti sostengono, è giunta l'ora di tirare le fila.

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