Uomo Multiplo: Alla fine torna tutto, la recensione
Abbiamo recensito per voi Uomo Multiplo: Alla fine torna tutto, opera di Rosenberg e MacDonald
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Nelle storie di super eroi, la morte è una condizione relativa da cui presto o tardi i nostri beniamini fanno ritorno. Dalle eccellenti morti di Superman e Capitan America a quelle dei comprimari meno noti, i tizi in calzamaglia sono sempre pronti a riprendere il loro posto sugli scaffali delle fumetterie. Durante gli eventi di Morte di X - preludio dell'evento Inumani vs. X-Men - Jamie Madrox ci aveva tristemente lasciati in quanto prima vittima illustre della Peste-M: ma può un personaggio come l’Uomo Multiplo, in grado di duplicarsi all'infinito, morire davvero?
Nonostante non si tratti esattamente del leader di X-Factor sposato con Layla Miller, Madrox è di nuovo tra noi, dopo essere stato trovato esanime in un laboratorio in cui stava sviluppando un siero per dotare le sue copie di una propria indipendenza. Risvegliatosi alla Villa-X, Jamie si ritrova prima ad affrontare una schiera di duplicati provenienti dal futuro e poi catapultato in una realtà dominata da un despota dall’aspetto... fin troppo familiare. Parte così un’avventura affascinante e magistralmente orchestrata dallo scrittore di Quattro ragazzini entrano in una banca, che stupisce per l’originalità con cui rivisita a suo modo alcune delle tematiche che hanno fatto la fortuna degli X-Men.
Ciò che non convince del tutto di Uomo Multiplo: Alla fine torna tutto è la prova al tavolo da disegno di MacDonald, in particolare il contrasto che si crea tra il mood della vicenda e il suo tratto lontano dai canoni supereroistici. Sebbene lo stile sintetico dell'artista metta in scena il tutto attraverso uno storytelling pregevole, non sempre ritroviamo nelle sue vignette le suggestioni che suscitano i dialoghi di Rosenberg, cosa che crea uno fastidioso scollamento tra testi e disegni. Decisamente riuscito, invece, il lavoro sul design dei multipli di Madrox contaminati da altri personaggi Marvel.
Non sono molte le miniserie dedicate a personaggi di secondo piano caratterizzate da una scrittura così ispirata e accattivante. Con tutte le sue diramazioni e la sua complessa struttura, questo piccolo ma ambizioso progetto rappresenta una scommessa multipla vinta dal sempre più bravo Rosenberg, a cui va dato il merito di aver riportato in auge - in maniera deliziosamente fantasiosa - un personaggio molto amato da uno zoccolo duro di appassionati e ingiustamente maltrattato negli ultimi anni, dopo il lieto fine concessogli da Peter David sulle pagine di X-Factor.
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