Until Dawn: Rush of Blood, paura al luna park - Recensione
Un'avventura in un luna park tutt'altro che divertente: la recensione di Until Dawn: Rush of Blood
Ambientato in un allucinato luna park, il gioco ci mette a disposizione il carrello di un ottovolante e due pistole con un solo obiettivo: la sopravvivenza. Si può tranquillamente finire usando il classico DualShock, tuttavia, per un’esperienza ancora più immersiva, è consigliabile usare due Playstation Move. Pad (di qualunque tipo) alla mano, Until Dawn: Rush of Blood ci accompagna attraverso una serie di scenari che fanno incetta della più classica tradizione horror occidentale, abbiamo la casa stregata, i clown malvagi, lo scannatoio pieno di sangue e tutto il resto. Come dicevamo poco sopra il 99% dell’esperienza ludica è costruito attorno alle potenzialità di Playstation VR, gli spaventi arrivano dai nemici che appaiono improvvisamente attorno a noi mentre l’impossibilità di muoverci rafforza ancora di più la sensazione di dover sparare per sopravvivere.
L’intera esperienza funziona come breve - il gioco si completa in meno di due ore - divertissment, capace però di svelare alcune potenzialità interessanti della realtà virtuale made in Sony. Il genere horror, per sua natura, sfrutta molto bene l’immersività totale di Playstation VR ma Supermassive Games ha scelto di portare a casa il compitino senza il benché minimo guizzo sperimentale; i livelli si susseguono diversi ma simili a se stessi e, se nei primi venti minuti di gioco la tensione è palpabile, in poco tempo il terrore passa in secondo piano. In sostanza siamo davanti a un titolo pensato più come show off per i neoacquirenti del visore che a un gioco vero e proprio, chi si aspetta un’esperienza profonda e, perché no, capace di proporre una sfida reale rimarrà per forza deluso. Until Dawn: Rush of Blood può andar bene per un paio di serate fra amici in cui a turno ognuno testa il casco per la realtà virtuale ma, passate quelle due ore in allegria, finirà sullo scaffale e non lo riprenderete in mano mai più.
"Until Dawn: Rush of Blood può andar bene per un paio di serate fra amici ma, passate quelle due ore in allegria, finirà sullo scaffale e non lo riprenderete in mano mai più"[caption id="attachment_162700" align="aligncenter" width="600"] Until Dawn: Rush of Blood - screenshot[/caption]
Un fallimento su tutti i fronti, dunque? Nel complesso no, se preso come una lunga tech demo il gioco fa il suo dovere, per quanto non in maniera eccelsa. Francamente però vogliamo sperare che i team più abili, soprattutto quelli più vicini a Sony come proprio Supermassive Games, si impegnino di più in futuro.