Unravel, la recensione

Un'avventura tra i ricordi, nei panni (di lana) di un gomitolo rosso: la recensione di Unravel

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C’è qualcosa di magico in Unravel. Fin dalla sua prima apparizione sul palco dell’E3 il titolo sviluppato dal team svedese Coldwood Interactive e pubblicato da EA ha saputo conquistare il pubblico grazie alla sua disarmante dolcezza e all’entusiasmo di Martin Sahlin, Creative Director del progetto. Ma Unravel è molto più di un semplice gioco: è una storia che narra l’amore, la solitudine e le gioie della vita tramite Yarny, una tenera creatura di lana rossa pronta ad avventurarsi tra i ricordi di un’anziana signora svedese. In realtà, il nostro protagonista altro non è che una metafora della memoria umana, così fragile e allo stesso tempo indissolubile.

Yarny può viaggiare attraverso i ricordi dell’anziana signora grazie alle fotografie presenti nella sua abitazione, ricostruendo così il passato della donna. Le reminiscenze però, non sono sempre piacevoli: mentre i primi livelli sono contraddistinti da un’atmosfera rilassante e dal fiabesco paesaggio svedese, potremo presto ritrovarci nel bel mezzo di una violenta bufera di neve, tanto forte da poterci spazzare via con un soffio.

[caption id="attachment_150689" align="aligncenter" width="600"]Unravel screenshot Unravel - screenshot[/caption]

Unravel ci permette fin da subito di prendere confidenza con le varie meccaniche di gioco; Yarny, il buffo mostriciattolo fatto di lana, può utilizzare il proprio corpo per farsi largo tra le mille insidie che la natura nasconde: il nostro protagonista può risolvere gli enigmi presenti nel gioco proprio grazie al filo rosso dal quale è composto. Egli, infatti, non è solo in grado di trascinare massi, lattine arrugginite e frutti, ma può servirsi del filo per creare ponti, trampolini oppure scalare alberi e pareti rocciose aggirando gli ostacoli che incontra sul suo cammino. La lana, però, si esaurisce ben presto e dovremo necessariamente attingere ad alcuni gomitoli posizionati in punti precisi del gioco per poter proseguire; questi fungono anche da checkpoint e ci permettono di escogitare un percorso alternativo qualora non riuscissimo a raggiungere il punto di salvataggio successivo a causa di qualche nodo in eccesso. Ed è proprio questo uno dei punti di forza del gioco: Unravel ci porta a riflettere sul percorso migliore da seguire, ci permette di valutare con attenzione le nostre scelte.

"Unravel ci porta a riflettere sul percorso migliore da seguire, ci permette di valutare con attenzione le nostre scelte"

In altre situazioni, invece, i creatori del gioco ci propongono puzzle piuttosto semplici da risolvere, appiattendo conseguentemente l’esperienza di gioco. Il titolo, purtroppo, non presenta una difficoltà progressiva limitando l’effetto sorpresa ai primissimi capitoli, nei quali vengono svelate tutte le meccaniche. Eccezion fatta per un paio enigmi che ci hanno impegnato più a lungo, simo arrivati agli ultimi livelli ripetendo le stesse, identiche gesta dei primi: sposta l’oggetto, crea un ponte, scala la parete e così via.

[caption id="attachment_150690" align="aligncenter" width="600"]Unravel screenshot Unravel - screenshot[/caption]

Queste imperfezioni vengono in parte mitigate dalle magnifiche ambientazioni ricreate dal team di Coldwood Interactive. Durante il suo viaggio, Yarny attraversa verdi praterie, foreste incantate e maestose distese d’acqua ben note agli sviluppatori: ciò contribuisce a creare quel senso di appartenenza al gioco che permette di sentirci parte integrante della storia, lasciandoci avvolgere da un’atmosfera rilassante, quasi onirica. Allo stesso modo, i ricordi non sono mai vividi ma evanescenti, quasi surreali, tanto da permettere ai giocatori di collegare l’esperienza vissuta con Unravel ad alcuni momenti della propria vita. Anche la colonna sonora è stata in grado di regalarci più di un brivido con le sue melodie calme e pacate che si tramutano ben presto in ritmi più veloci e incalzanti, accostati agli attimi più intensi della nostra avventura.

Unravel vuole catturare il giocatore e ci riesce magistralmente attraverso la sua storia, la colonna sonora e lo splendido fotorealismo dei paesaggi; le sei ore di gioco necessarie per completare l’avventura di Yarny senza distrazioni ci permettono di godere dell’avventura tutta d’un fiato, regalandoci un’esperienza difficile da dimenticare.

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