Unknown - Senza identità - la recensione

Uno scienziato in trasferta a Berlino vede stravolta la sua vita dopo un incidente. Thriller dai riferimenti importanti, ma dai risultati pessimi...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

Titolo Unknown
RegiaJaume Collet-Serra
Cast
Liam Neeson, Diane Kruger, January Jones, Aidan Quinn, Bruno Ganz, Frank Langella
Uscita28-02-2011 

Hitchcock. Polanski. Collet-Serra. Se volessi fare lo spiritoso, vi inviterei a capire qual è l'intruso tra questi tre nomi. Il regista francese vorrebbe sicuramente essere inserito in un elenco del genere, ma non sarà certo un prodotto come Unknown a consentirglielo. Fin dall'inizio, si punta su una coppia che non sprigiona l'alchimia necessaria, anche per l'eccessiva differenza d'età, ma evidentemente si pensa che basti questo riferimento a certi film con Cary Grant e Grace Kelly per far funzionare tutto.

Ma questo è l'unico traguardo raggiungibile, vista la difficoltà di arrivare agli altri, ossia delle passioni degne di Alfred Hitchcock e un'atmosfera inquietante e particolare tipica di Roman Polanski. Al suo posto, qualche effettaccio (non riuscito) che dovrebbe emozionare lo spettatore e tanta pessima recitazione, anche con grandi attori come Bruno Ganz e Frank Langella, che sembrano talmente carichi da risultare eccessivi per un lavoro di questo tipo. E i riferimenti a Frantic, 24, Le vite degli altri, la saga di Jason Bourne e tanti altri prodotti thriller/spionistici, più che convincere fanno arrabbiare per come vengono gestiti male.

D'altronde, fin dall'inizio si possono abbandonare le (poche) speranze che avevamo. Per esempio, la perdita di una valigia (ma visto quello che scopriamo in seguito, come è possibile che non sia stata notata subito?) porta a uno strano giro in taxi del protagonista, che non avvisa la moglie, subito seguita da una scena al ralenti che rischia di risultare ridicola. Poco dopo, ci si sorprende della poca credibilità nel personaggio di January Jones che non riconosce il marito e che sembra pensare a uno scherzo, quando dovrebbe mostrarsi preoccupata. Ma d'altronde questo ruolo è fin dall'inizio un esempio di tappezzeria hollywoodiana, senza un minimo di profondità (ed è inutile pensare a Mad Men, ci si fa solo del male).

Cosà, si passa a brividi a buon mercato, scelte scontate e diversi momenti senza senso, mentre la decisione più raffinata è far sentire i New Order in una discoteca tamarra di Berlino. Gli eccessi sono talmente tanti, che si arriva a pensare che la spiegazione possa essere una sola, anche se per tutto il film speri che non si punti a questa soluzione. Ma quando, in effetti, non succede, rimpiangi che non sia stato fatto, visto che almeno sarebbe stata una decisione sensata, pur se dozzinale. Ma almeno, una volta presa una certa strada ambigua, si sarebbe potuto almeno cercare di renderlo un prodotto più visionario di così.

Insomma, decisamente un prodotto d'azione che non entusiasma. Per il povero Liam Neeson sarà pure un film alimentare, peccato non soddisfi la fame (di cibi raffinati o di popcorn, a seconda dei gusti) dello spettatore...

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