Universo Marvel: La Guerra dei Regni Extra 1, la recensione
Nell'alternare i toni del racconto, La Guerra dei Regni Extra si allinea alla saga principale e approfondisce la psicologia di determinati protagonisti
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Cercate un riparo sicuro e restateci: l’esercito dei Nove Regni guidato da Malekith è giunto su Midgard (sì, la nostra Terra) e ha tutte le carte in regola per assoggettarla. Qualche settimana fa, ha fatto il suo esordio italico La Guerra dei Regni, megaevento Marvel che coinvolge tutte le testate edite da Panini Comics. Oltre alla saga principale, scritta da Jason Aaron (Avengers) per i disegni di Russell Dauterman (Mighty Thor), l’editore modenese sta presentando le opere correlate in diversi formati, tra edicola e fumetteria.
Nelle oltre cento pagine del brossurato, dunque, compaiano tantissimi volti noti, da Daredevil ai Tre Guerrieri di Asgard - ossia Fandral, Hildegarde e Hogun - da Howard il Papero a un'intera squadra di super eroi spilungoni: tutta gente che se ha trovato spazio nella storia principale non è riuscita a ritagliarsi lo spazio che merita, e qui può finalmente dare il meglio.
"Questo schizofrenico balenottero dalla qualità media sostanzialmente buona non può che reggersi sulla sopraffina progettazione dell'evento."La Guerra di Frank, scritta da Gerry Duggan per i disegni di Marcello Ferreira, è invece una storia estremamente brutale, forte tanto nei contenuti quanto nella violenza dispensata da Punisher. Lo sceneggiatore di Deadpool opera un attento lavoro di caratterizzazione che fa il paio con quanto letto su Avengers Strikeforce, restituendoci un ritratto di Castle coerente con quello degli altri scrittori all'opera.
Se alcuni racconti scorrono senza lasciare traccia, altri hanno una certa rilevanza negli sviluppi della trama principale - come la missione di Ant-Man, Giant-Man, Golia e Atlas, super giganti in incognito tra i Giganti di Ghiaccio - e ampliano il già vasto scenario delineato da Aaron nella miniserie portante.
Tra lacrime, risate e sangue, questo schizofrenico balenottero dalla qualità media sostanzialmente buona non può che reggersi sulla sopraffina progettazione dell'evento, grazie alla quale elementi narrativi apparentemente inconciliabili si incastrano alla perfezione, fornendoci un quadro generale più che esauriente della Guerra dei Regni.
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